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Bosnia ed Erzegovina, cristiani in preghiera Bosnia ed Erzegovina, cristiani in preghiera 

Pasqua in Bosnia - Erzegovina: dai musulmani un gesto dal grande significato

Un legame che va rinforzandosi: la comunità islamica di Prozor consente alla comunità cattolica di celebrare la Pasqua intervenendo per domare un incendio

Davide Dionisi - Città del Vaticano 

Grazie alla comunità musulmana di Prozor Rama (Bosnia-Erzegonvina), i cattolici del villaggio di Trišć hanno potuto assistere (seppure virtualmente) alla Messa di Pasqua. A causa di un incendio divampato nella zona, i fedeli della parrocchia locale sono stati costretti, il 12 aprile scorso, ad abbandonare le proprie case per domare le fiamme che stavano minacciando l’intera area. “Andate pure a celebrare la Pasqua. Al fuoco penseremo noi”. E’ il messaggio arrivato tempestivamente dai vicini musulmani.

Testimonianze che costruiscono la pace

“E’ stato un piccolo gesto, ma ricco di significati. Ci ricorda che tutti siamo figli di Dio ed è importante che ciascuno rispetti la confessione dell’altro” spiega Padfre Branko Jurić, sacerdote della diocesi di Sarajevo. “La Bosnia-Erzegovina si è distinta in questi anni per il dialogo e per la pacifica convivenza tra persone di cultura e fede diverse. Da quando è scoppiata la pandemia (in Bosnia-Erzegovina il bilancio è di 1.285 casi di infezione e 49 vittime, con 347 guariti ndr) questo legame si è ancora di più solidificato. Attraverso testimonianze come queste si costruisce la pace e l’episodio di Pasqua non è isolato” continua il sacerdote. L’imam locale, infatti, per anni ha accompagnato alla Messa della domenica i fedeli più anziani. “Li vedeva ogni settimana fare l’autostop per raggiungere Gračac dove ad attenderli c’era un sacerdote francescano per la liturgia. Memore di quando anche lui era senza mezzi ed era costretto a percorrere chilometri a piedi per raggiungere il punto di preghiera, ha deciso di dargli un passaggio. Una, due, tre volte, fino a quando ha lasciato il suo numero di telefono per fissare un appuntamento domenicale per l’andata e il ritorno. La bontà non conosce barriere” conclude Padre Juric.  

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20 aprile 2020, 10:48