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Coronavirus, la Chiesa di Roma in digiuno e preghiera

Al Santuario del Divino Amore la Diocesi si stringe intorno a Maria, per il bene dell'Italia e del mondo. La testimonianza del vescovo ausiliare delegato per la pastorale sanitaria

Eugenio Bonanata - Città del Vaticano

Questa sera alle 19, preceduta dal videomessaggio di Papa Francesco, al Santuario del Divino Amore di Roma, si svolge la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Vicario Angelo De Donatis senza la presenza dei fedeli per motivi di sicurezza. Un appuntamento che si ripeterà ogni giorno per accompagnare l'Italia e il mondo in questo momento di emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Coronavirus. Oggi la Messa coincide con la Giornata di digiuno e preghiera voluta dalla Diocesi per l'Italia e il mondo in cui si manifesta vicinanza e sostegno economico al personale sanitario che si sta spendendo con generosità e sacrificio nella cura dei malati.

Ascolta l'intervista a monsignor Ricciardi

Dell'iniziativa parla monsignor Paolo Ricciardi, Vescovo ausiliare della Diocesi di Roma per la Pastorale della Salute, ricordando che preghiera e digiuno, con l'elemosina, "sono i pilastri della Quaresima". Il coronavirus - spiega - ci impone di vivere ancora di più questi momenti con senso di fede. In particolare ai fedeli della Diocesi di Roma è stato chiesto il digiuno di un pasto per alimentare "la fame di Dio" e affrontare con fede questa prova. "Quando il cristiano - dice - ha bisogno di aiuto, prega, e poi l'atto di carità richiesto, serve a sostenere i sanitari che stanno facendo grandi sacrifici".

Trasmettere speranza

Il Santuario del Divino Amore, ricorda ancora monsignor Ricciardi, è un luogo particolare per la città Roma: "sapere - dice- che Maria la può salvare significa rimetterci ancora una volta nelle mani di Colei che alle nozze di Cana disse 'fate quello che vi dirà Gesù'. Diamo dunque un senso di speranza: Dio è dalla nostra parte, questo la Messa e il Video messaggio del Papa vogliono trasmettere".

I sacerdoti con i malati

Nelle parole di monsignor Ricciardi anche la vicinanza particolare, in questo periodo, dei sacerdoti ai malati e dei cappellani degli ospedali ai sanitari e ai familiari delle persone sofferenti. Per i sacerdoti dice- "lo stare vicino ai malati in questo periodo significa scoprire la dimensione della carità traboccante. In questo tempo in cui siamo chiamati a sospendere le Messe con il popolo, è ancor più importante stare vicini a chi è in casa, visitarli, telefonare, mandare loro messaggi, come stanno facendo i parroci di tutta Italia". Non avere paura di portare dunque il Vangelo anche oggi.

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11 marzo 2020, 16:02