Spagna: messaggio dei vescovi per la Giornata per la Vita
Isabella Piro - Città del Vaticano
Il messaggio della Sottocommissione episcopale per la Famiglia e la difesa della vita – presieduta da Monsignor Mario Iceta Gavicagogeascoa - si sofferma dunque, sui diversi atteggiamenti assunti dai malati: alcuni, infatti, faticano a “dare un senso alla propria sofferenza, si sentono impotenti, stanchi, e sanno che possono essere percepiti come un peso” per chi sta loro accanto. Altri, invece, “irradiano pace e gioia, sanno che non possono cambiare la loro condizione e la accettano, mostrando comunque gratitudine per le cure ricevute e per la vita vissuta fino a quel momento”.
Aiutare i malati e chi se ne prende cura
Centrale, dunque, il richiamo all’opera di chi accompagna i sofferenti con “pazienza, amore e dedizione, senza cadere nell’indifferenza”, perché – scrivono i vescovi – “aiutare i deboli ed i sofferenti non solo aiuta i malati, ma anche chi se ne prende cura”. “Le persone e la società – aggiungono – diventano più grandi e più forti quando comprendono la vulnerabilità dell’esistenza”. La Chiesa spagnola si dice, inoltre, consapevole del fatto che “l’essere umano è stato creato per vivere ed essere felice” e che quindi “rifiutare il doloro è giusto”. Questo, però, non giustifica l’eutanasia; piuttosto, in nome della dignità che ogni persona, anche malata, “possiede pienamente”, i vescovi ribadiscono l’importanza delle cure palliative, per offrire “sollievo dal dolore, dove possibile, e promuovere la cultura della cura e del rispetto per i sofferenti”.
Favorire un'autentica solidarietà con chi soffre, attraverso la cultura dell'incontro
Ogni vita conta, è degna, è sacra, ribadiscono i presuli iberici, perché “la dignità inviolabile e la vocazione trascendente di ogni uomo sono radicate nel profondo del suo stesso essere”. Di qui l’appello a favorire un'autentica solidarietà con chi soffre, attraverso la cultura dell'incontro, in un atteggiamento di servizio, di vera compassione e di promozione umana. “È necessario – prosegue il messaggio - imparare ed esercitare l'arte di alleviare, accompagnare, consolare”, anche sostenendo le famiglie e promuovendo “iniziative sociali per la cura dei malati”.
Ogni essere umano è degno di rispetto ed attenzione
Forte, poi, il richiamo al ruolo della fede che dona alla cura degli infermi “una nuova luce, in considerazione del mistero della creazione e redenzione in Cristo”. Per questo i vescovi spagnoli sottolineano: “Ogni essere umano è degno di rispetto ed attenzione”, in quanto “creato ad immagine e somiglianza di Dio e da Lui redento”. In tal modo, il cristiano può affrontare la morte “con la fiduciosa speranza in Dio”.
Ricordate le parole di Papa Francesco sulla sofferenza
I vescovi citano anche il di Papa Francesco pronunciato il 26 gennaio 2018, nell’udienza con i partecipanti all’Assemblea Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede: “Il dolore, la sofferenza, il senso della vita e della morte sono realtà che la mentalità contemporanea fatica ad affrontare con uno sguardo pieno di speranza. Eppure, senza una speranza affidabile che lo aiuti ad affrontare anche il dolore e la morte, l’uomo non riesce a vivere bene e a conservare una prospettiva fiduciosa davanti al suo futuro. È questo uno dei servizi che la Chiesa è chiamata a rendere all’uomo contemporaneo”.
Seminatori di speranza per coloro che soffrono
“Vogliamo accettare questo invito – concludono i presuli – ovvero essere seminatori di speranza per tutti coloro che soffrono, che si sentono stanchi della vita ed angosciati. Vogliamo portare loro la speranza di Dio che è una speranza certa che non delude mai”. Un compito “di amore e misericordia, emozionante e luminoso” al quale la Chiesa di Madrid chiama tutti a partecipare.
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