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Il cardinale Charles Maung Bo Il cardinale Charles Maung Bo 

Elezioni in Myanmar. Il cardinale Bo: anche i religiosi hanno diritto al voto

Il cardinale Charles Maung Bo di Yangon, in un appello scritto, pubblicato oggi, si è rivolto al governo del Myanmar perché abolisca la disposizione costituzionale che impedisce ai membri degli ordini religiosi di votare alle elezioni. Il porporato si augura che il voto possa condurre il Paese alla pace e ai diritti umani per tutti, appartenenti ad ogni etnia e religione

Anna Poce – Città del Vaticano

Il cardinale Bo è preoccupato che l'articolo 392(a) della Costituzione privi del diritto di voto monaci e monache buddisti, preti cattolici, suore, religiosi cristiani e musulmani e altri. "Come cardinale - ha detto - posso fare dichiarazioni e discorsi e incoraggiare i cittadini a votare, ma io stesso sono escluso dal voto. Si tratta di una disposizione estremamente insolita. Non sono a conoscenza di nessun'altra democrazia in cui questo sia necessario”. Da leader religioso, il cardinale Bo riconosce come non sia suo dovere individuare partiti o leader da sostenere “ma, in un Paese imbevuto di grande tradizione religiosa e dove i leader religiosi fungono da guide morali, il suo dovere sia quello di incoraggiare tutti i cittadini a votare per il leader e il partito scelto sulla base dei propri valori”. “Il voto è un dovere sacro - ha aggiunto il Presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche - chi si sottrae a questa sacra responsabilità lo fa a proprio rischio e pericolo”.  

Un voto per condurre il Paese alla pace e ai diritti umani per tutti

Il Myanmar, che sta vivendo una fase di transizione verso la democrazia, dopo decenni di governo militare, andrà alle urne per le elezioni generali alla fine di quest'anno. Il nuovo governo democratico dovrà far fronte a innumerevoli bisogni urgenti, per tutelare la dignità umana e i diritti umani, come “la pace, la riconciliazione, l'armonia tra le comunità, la non discriminazione, lo sviluppo umano e la sanità”. L’appello del cardinale, dunque, ai cittadini che dovranno votare è quello di non scegliere un partito o un individuo, ma di votare per un Myanmar di domani pacifico e prospero, con una democrazia poggiata sul “diritto alla vita, il diritto al sostentamento, il diritto all'istruzione, il diritto alla religione, il diritto alla lingua e il diritto alla terra”. “Spero che queste elezioni - conclude il porporato - si svolgano in modo pacifico, rispettoso, democratico, libero ed equo e che conducano il nostro Paese alla pace e ai diritti umani per tutti, appartenenti ad ogni etnia e religione”.

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06 febbraio 2020, 14:23