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La Gran Bretagna lascia l'Unione Europea La Gran Bretagna lascia l'Unione Europea 

Comece: la Brexit un'opportunità per un nuovo dinamismo in Europa

Per le Conferenze episcopali europee, la Brexit può innescare una nuova dinamica tra i popoli europei. Le Conferenze episcopali britanniche rimangono nella Comece come osservatori. Mosignor Crociata a Pope: "Un'occasione per rilanciare le motivazioni ideali dell'Europa"

Marco Guerra - Città del Vaticano

La Comece, la Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea, sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, vede un'opportunità per un nuovo slancio in Europa. La Brexit potrebbe diventare un'opportunità per "innescare una nuova dinamica tra i popoli europei e rafforzare il senso di comunità in Europa", ha dichiarato oggi la Comece a Bruxelles.

"Siamo rattristati, ma come difensori della libertà di espressione e della democrazia, la Chiesa cattolica in Europa rispetta la volontà espressa dai cittadini britannici nel referendum del 2016", si legge in un comunicato della Commissione, ripreso dall’Agenzia Kna. Sebbene la Gran Bretagna non faccia più parte dell'Ue, continuerà a far parte dell'Europa. "È quindi essenziale mantenere buoni rapporti reciproci", affermano i vescovi dell'Ue. Tra l’altro le Conferenze episcopali britanniche sono rimaste nella Comece come osservatori.

La presidenza della Comece
La presidenza della Comece

La Commissione celebra il suo 40 ° anniversario nel prossimo mese di marzo. Per l’occasione, il presidente del Comece, il cardinale Jean-Claude Hollerich, è stato ricevuto in udienza in Vaticano giovedì scorso da Papa Francesco. 

Monsignor Crociata: rottura che impone una riflessione 

Di occasione per riflettere, per rilanciare un rapporto basato su le radici culturali e i valori che legano l’isola britannica al continente europeo, ha parlato a Pope monsignor Mariano Crociata, vicepresidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece):

Ascolta l'intervista a monsignor Crociata

R. - Ritengo che la separazione della Gran Bretagna dalla Unione Europea sia comunque un fatto traumatico e una perdita, nondimeno espressione di una volontà democratica liberamente espressa dal popolo. Tuttavia proprio per questo carattere di rottura diventa anche un'occasione sia per riflettere sia per rilanciare le motivazioni ideali, pratiche, storico-politiche da cui nasce l'Unione, di cui vivono i rapporti tra le nazioni. La riflessione riguarda il motivo per cui si sia arrivati a questo esito che naturalmente interpella le responsabilità della Gran Bretagna ma anche dell'Unione Europea e in questo senso porta sia l'una che l'altra a una presa di coscienza dell’esigenza di un impegno nuovo di costruzione europea sulle politiche e gli ideali in continuità con le origini e in rispondenza alle attese del mondo di oggi.

Mi conferma che le conferenze episcopali britanniche rimarranno dentro la Comece come osservatori?

R. - Questa è la volontà sempre manifestata in tutti questi anni, oserei dire ad ogni incontro della Comece. I vescovi della Gran Bretagna hanno sempre dato un contributo importante al lavoro della Comece, oltre alla qualità dei rapporti personali. E quindi per noi è stata una cosa spontanea, da parte di tutta la comunità dei delegati, mantenere i vescovi britannici come osservatori. Per cui è un fatto importante che ci sia questo dialogo e questa presenza che porta anche la commissione a svolgere meglio il suo servizio. Questo sul piano ecclesiale non è un contravvenire a un processo politico che si è consumato ma è piuttosto, rispetto a quanto avvenuto, la continuazione di un’intesa, di un dialogo ecclesiale verso un intendimento, una comprensione, un’unità e un cammino condiviso.

La Gran Bretagna è fuori dall'Ue ma continua a far parte dell'Europa, quindi questo dialogo nuovo può ripartire proprio da quelle basi culturali, anche religiose, che legano l'isola britannica al continente?

R. - Questo è il dato di fondo su cui si basa l'idea stessa e la possibilità di parlare di Europa ma la stessa Unione europea si basa su un orizzonte culturale che lei non può esaurire e assorbire ma cercare di interpretare come forza unitaria ma con un senso di apertura di rapporto, non certo di rappresentanza, ma di collaborazione e di promozione del cammino, oserei dire continentale. Vorrei citare dal punto di vista religioso la figura che il cardinale Newman che è stato canonizzato l’ottobre scorso. Siamo di fronte a rapporti così profondi che fatti di carattere storico e istituzionale non possono scalfire, ma da qui possono ricevere invece la spinta e la possibilità di andare verso un’intesa e un rapporto sempre maggiore al di là delle singole momentanee vicissitudini.

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01 febbraio 2020, 10:19