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Nigeria: forte appello contro le violenze anti cristiane

Il sacerdote nigeriano don Joseph Bature Fidelis esprime tutto il suo dolore e la sua preoccupazione per i cristiani in Nigeria: “Italia, Europa, aiutateci. Non state zitti di fronte allo sterminio dei cristiani nigeriani”. Si teme anche per la sorte dei quattro seminaristi del Seminario di Kaduna

«Noi cristiani in Nigeria siamo davvero perseguitati. Ogni giorno dei nostri fratelli vengono massacrati per strada». In un toccante video inviato stamane da Maiduguri – nel nord del Paese - ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, il sacerdote nigeriano don Joseph Bature Fidelis esprime tutto il suo dolore e la preoccupazione per i cristiani in Nigeria, dove si teme in questi giorni anche per la sorte dei quattro seminaristi del Seminario Maggiore “Buon Pastore” di Kaduna, nell’omonimo Stato federato della Nigeria, rapiti la sera dell’8 gennaio scorso da sequestratori non ancora identificati. I loro nomi sono Pius Kanwai (19 anni), Peter Umenukor (23 anni), Stephen Amos (23 anni) e Michael Nnadi (18 anni). menti rischiamo lo sterminio. La nostra gente soffre tanto. Per favore aiutateci non state zitti davanti a questo immane sterminio che sta avvenendo in silenzio». Raccogliendo l’appello di don Joseph e soprattutto pensando ai quattro seminaristi rapiti, Aiuto alla Chiesa che Soffre vuole unire alla preghiera un concreto sostegno ai seminari del Paese. L’aiuto sarà destinato in particolare al Seminario di Maiduguri, la diocesi di don Joseph, che conta ben 53 seminaristi e che, come ci racconta lo stesso sacerdote, si trova in un’area in cui si rischia la vita soltanto perché si è cristiani.

Ascolta l'intervista di Francesca Sabatinelli a don Joseph Bature Fidelis

R. – La  situazione dei cristiani in Nigeria è di persecuzione, soprattutto i cristiani al nord di Nigeria, dove la maggioranza è  composta da musulmani. Dallo scorso dicembre, i terroristi di Boko Haram assieme anche al gruppo dei Fulani, pastori armati, hanno aumentato la persecuzione dei cristiani. La storia più diffusa delle ultime settimane, che io conosco molto bene, è quella dell’assassinio di 11 cristiani sequestrati da Boko Haram sulla strada tra Maiduguri e Damaturu, credo che l’uccisione sia stata fatta il 24 o 25 dicembre, ma il video è uscito il 26, da quel momento ad oggi la strada tra Maiduguri, capitale dello stato del Borno, che va verso Damaturu, altra provincia nigeriana, è diventata pericolosissima, non si può più passare, ma perché si è arrivati a questo? Boko Haram vuole il controllo di questa regione e tanti villaggi abitati dai cristiani sono stati cacciati dai terroristi Fulani.

Lei ha anche denunciato il rapimento di quattro seminaristi del Seminario maggiore ‘Buon Pastore’ di Kaduna, di loro si sa nulla?

R. – Sono scomparsi, però questi uomini armati che li hanno presi hanno cercato di avviare contatti per il pagamento di un riscatto, ma nessuno sa dove sono i seminaristi. E’ successo la notte dell’8 gennaio, sono entrati nel seminario maggiore di Kaduna, un’altra zona del nord della Nigeria, e questi 4 seminaristi sono stati rapiti tra i tanti

Potrebbe essere stato un rapimento per soldi?

R. – No, non credo perché l’attacco è stato fatto ad un seminario e il seminario è sempre cattolico, il che vuol dire che ha qualche connessione anche con la religione, è un modo per terrorizzare i cristiani, per farli uscire da questa parte del Paese.

Le autorità nigeriane secondo lei stanno facendo abbastanza per proteggere i cristiani?

R. – A questa domanda rispondo di no, perché la situazione come questa ha bisogno di un intervento rapido, un intervento diretto, per esempio riguardo a questi 4 seminaristi nessuna denuncia è uscita dal governo

Però ci sono anche molti musulmani in Nigeria che non vogliono fare la guerra ai cristiani…

R. – Sì, la verità è che ci sono bravi musulmani che non vogliono la guerra, ma perché non denunciano anche loro? Questa è la domanda da fare. Non basta dire che ci sono bravi musulmani oppure musulmani di buona volontà, essere pacifisti o restare zitti davanti ad un male è un modo di dire sì al male o alla violenza che accade nel Paese, se tutti noi restiamo uniti come un popolo per combattere il male di Boko Haram possiamo anche mettere fine a tutto questo.

Lei nel suo video lancia un appello all’Italia e all’Europa, ma cosa possono fare per i cristiani del suo Paese?

R. – La prima cosa da fare è denunciare questa cosa. Il governo italiano, l’Unione europea potrebbero denunciare, parlare direttamente con il nostro Paese per dire che queste persone (i cristiani ndr) hanno il diritto di servire Dio come fanno tutte le persone di ogni parte del mondo. Il diritto di vivere la propria fede religiosa è un diritto di tutte le persone. Che male facciamo ad essere cristiani? Il governo italiano, il governo dei Paesi europei, possono parlare co il nostro governo per fermare questo sterminio, per dire : fate qualcosa nel vostro paese: e poi a tutte le persone di buona volontà possiamo chiedere la preghiera, perché abbiamo bisogno veramente di preghiera, in questo periodo ci sentiamo da soli.

Ultimo aggiornamento 15.01.2020 ore 17.10

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15 gennaio 2020, 11:19