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L'impegno dei vescovi lusofoni per la pace, la fratellanza e la vita

Nella loro XIV riunione i presuli di lingua portoghese sottolineano il difficile contesto attuale segnato da minacce alla famiglia, relativismo dei valori e cambiamenti climatici che mettono a rischio la sopravvivenza della famiglia umana. Richiamato il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, siglato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, al-Tayyeb

Isabella Piro - Città del Vaticano

L’impegno per la pace, la fratellanza umana e la vita, da concretizzare attraverso “il dialogo e le azioni comuni” è stato ribadito dalla XIV riunione dei vescovi dei Paesi lusofoni, svoltasi in Guinea Bissau dal 16 al 21 gennaio, sul tema “Il dialogo interreligioso nella costruzione della pace e dello sviluppo nei Paesi lusofoni”. All’evento hanno preso parte presuli di Angola, São Tomé e Principe, Brasile, Guinea Bissau e Portogallo.

Approfondire la riflessione e il dialogo tra i Paesi dell’area lusofona

Nel comunicato finale dei lavori, pubblicato sul sito web della Conferenza episcopale portoghese, si evidenzia come tale impegno sia espressione della “volontà di continuare ad approfondire la riflessione e il dialogo, sviluppando la collaborazione e l’operato congiunto tra i Paesi dell’area lusofona”. Nel documento - che è stato letto pubblicamente domenica 19 gennaio, al termine della Messa celebrata nella cattedrale di Bissau – si esortano, inoltre, tutti i gruppi religiosi “a migliorare il loro coinvolgimento reciproco, partendo dalla riflessione sui valori condivisi, sviluppando la fiducia reciproca, condividendo le preoccupazioni comuni ed approfondendo il dialogo nelle sue molteplici possibilità di contenuto e di forma”.

L’importanza del dialogo interreligioso

Inoltre, in un Paese come la Guinea Bissau in cui “il dialogo ecumenico e interreligioso ha una grande rilevanza nella vita quotidiana delle persone e delle comunità”, i partecipanti alla riunione hanno suggerito che le diverse religioni siano coinvolte nel “dialogo di preghiera, solidarietà, giustizia sociale, ecologia integrale e diritti umani” che anima la società, nell’ottica “della convivenza e dell’ospitalità reciproca”. Il testo conclusivo dell’incontro sottolinea anche il difficile contesto attuale, definendolo “tempo di grande crisi”, segnato da “minacce alla famiglia, relativismo dei valori e cambiamenti climatici che mettono a rischio la sopravvivenza della famiglia umana”. “A livello globale – si legge ancora nel comunicato finale - è urgente rivedere e trasformare gli stili di vita, le relazioni umane, le strutture sociali e politiche”, in cui “si verificano tutte le forme di squilibrio, di abuso e di violenza”.

L’importanza del documento sulla Fratellanza umana per la pace

Di fronte a tali difficoltà, scrivono i presuli, “tutti noi cerchiamo il senso della vita e molti guardano alla fede per trovare segni concreti di speranza”, tanto che “milioni di persone, in particolare i giovani, si ispirano ai leader religiosi”, cercando “segni, idee e azioni che facciano la differenza”. Al contempo, i vescovi lusofoni richiamano il , siglato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, nel quale si sottolinea come il dialogo, la comprensione e la promozione di una cultura della tolleranza, dell’accettazione degli altri e della convivenza pacifica contribuiscano a ridurre molti problemi economici, sociali, politici e ambientali. “La pace è un dono di Dio e di costruzione fraterna – concludono i presuli – Con fede e fiducia in Dio, insieme, costruiremo la riconciliazione nella fratellanza e nella solidarietà, nella convivenza, nella giustizia e nella speranza”.

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22 gennaio 2020, 12:09