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Il Servo di Dio don Luigi Sturzo Il Servo di Dio don Luigi Sturzo

Becciu: Sturzo, testimone del Vangelo della giustizia e della speranza

A chiusura dell’Anno sturziano, il cardinale Becciu, nell’omelia della Messa celebrata a Caltagirone, in provincia di Catania, ha ricordato la figura del sacerdote siciliano che, anche oggi, “incoraggia a coltivare quei valori umani e cristiani che formano il ricco e irrinunciabile patrimonio ideale dell’Europa”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Figura di prete e statista che, con il suo impegno, favorì il sorgere di una società autenticamente democratica. E’ il tratto di don Luigi Sturzo, messo in luce dal cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha celebrato stasera la Messa nella Cattedrale di Caltagirone, vicino Catania, a conclusione dell’Anno sturziano, proclamato nel centenario della fondazione del Partito Popolare Italiano.

La santità è somiglianza a Dio

Vivere l’amore verso Dio e il prossimo è la via per la santità, ha affermato il porporato, ed implica la completa adesione al Vangelo. “Questa figura storica del cattolicesimo italiano, individuò nell’impegno sociale dei cattolici – ha aggiunto il cardinale Becciu - il punto di gravità di una rinnovata partecipazione dei cattolici alla vita del Paese. Di qui il suo impegno per un programma sociale popolare e di stampo democratico-cristiano”. Testimone nella società del “Vangelo della giustizia e della speranza”, il Servo di Dio Sturzo si impegnò con “animo retto, libero e forte nell’agone politico, a tutto anteponeva Dio, centro e ragione della propria vita”. Nella preghiera attingeva “energia spirituale per rendere un servizio al bene comune”, resistendo anche “alle dure esperienze di incomprensioni, di denigrazioni e di amari rifiuti”.

Promotore della laicità dello Stato

“Non cessò di indicare e rispettare i giusti confini tra politica e religione, nella convinzione – ha spiegato il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi - che Stato e Chiesa sono chiamati a collaborare per il bene delle stesse persone, ma nella netta distinzione di ruoli e di competenze”. Per il cardinale, don Sturzo fu “un promotore e tutore della visione cristiana della laicità dello Stato che non è opposizione o contrasto, ma rispetto e collaborazione tra la comunità civile e quella ecclesiale per il vero bene dell’uomo e della famiglia umana”.

Partecipare alla vita della comunità

Anche oggi don Sturzo ricorda ai cristiani che “devono sentire il dovere di partecipare attivamente alla vita della comunità, impegnandosi anche in politica”, “la forma più alta di carità” come l’aveva definita Paolo VI. Una missione all’insegna del servizio, della disponibilità e del senso delle istituzioni.

Faro di luce

Ancora oggi Sturzo, ha proseguito il cardinale Becciu, continua a illuminare il cammino dell’Italia e della Chiesa. “La sua testimonianza di fede e il suo insegnamento socio-politico sono un mirabile patrimonio dell’Italia e richiede di essere sempre più recepito, custodito, meditato e testimoniato” anche al di fuori dei confini nazionali. Un uomo al servizio della collettività che ancora oggi “incoraggia a coltivare quei valori umani e cristiani che formano il ricco e irrinunciabile patrimonio ideale dell’Europa”. “Esso ha dato vita a una civiltà che nel corso dei secoli ha favorito il sorgere di società autenticamente democratiche. Senza fondamenti etici – ha rimarcato il porporato -  la democrazia rischia di deteriorarsi nel tempo e persino di scomparire”.

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18 gennaio 2020, 19:30