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Nord Irlanda: Chiese unite contro la legalizzazione dell'aborto

In un comunicato congiunto i leader della Chiesa d’Irlanda, della Chiesa metodista, cattolica, presbiteriana e del Consiglio delle Chiese, tornano sulle scelte prese dal Parlamento britannico il 9 luglio scorso in materia di aborto e che saranno “imposte” ai cittadini dell’Irlanda del Nord, a meno che l’assemblea parlamentare di Belfast non si reinsedi prima del 21 ottobre prossimo

Gli emendamenti in questione – riferisce l’Agenzia Sir - sono stati inseriti nel Northern Ireland Executive Formation Bill, il progetto di legge mirante a far tornare in funzione il governo decentrato dell’Irlanda del Nord. Questa è senza esecutivo da oltre due anni e mezzo a causa di una grave spaccatura tra i due principali partiti della coalizione di maggioranza, il Partito unionista democratico (Dup) e lo Sinn Féin, che dopo le ultime elezioni non sono riusciti a trovare un accordo. Di qui l'intervento di Londra.

No a modifiche imposte contro la volontà dei nord-irlandesi

“Non vi è alcuna prova che questi cambiamenti riflettano la volontà delle persone interessate, che non sono stati consultate”, affermano nella dichiarazione congiunta i leader cristiani nord-irlandesi. La nuova legislazione desta “seria preoccupazione” perché “elimina ogni protezione esplicita per il nascituro fino a 28 settimane di gravidanza”; “non offre alcuna protezione specifica per i bambini disabili non ancora nati”; “non proibisce l’aborto in base al sesso del bambino”.

Preghiere per i bambini non nati il 12 e 13 ottobre

Dai leader delle Chiese, quindi l’invito a pregare in modo speciale nel fine settimana di sabato 12 e domenica 13 ottobre “per la protezione dei non nati e per le donne che affrontano gravidanze difficili”, insieme all’incoraggiamento a firmare una petizione in cui si chiede al segretario di Stato di riunire l’assemblea parlamentare entro il 21 ottobre perché i partiti possano adottare le misure necessarie per impedire l’entrata in vigore di queste leggi. Le Chiese chiedono anche di poter incontrare il segretario di Stato “per discutere con lui delle nostre preoccupazioni”. Forte preoccupazione per la decisione di Westminster era stata già espressa lo scorso luglio dai vescovi cattolici irlandesi.
 

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01 ottobre 2019, 13:57