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Mese Missionario Straordinario: il premio Don Andrea Santoro

In occasione del Mese Missionario Straordinario, la diocesi di Roma ha istituito un premio intitolato a don Andrea Santoro, il sacerdote ucciso nel 2006 a Trabzon, in Turchia

Chiara Colotti – Città del Vaticano

L’appuntamento è per sabato 26 ottobre, presso l’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense dove verranno premiati coloro che si sono distinti nella missio ad gentes. Un riconoscimento a chi si è speso per l’annuncio del Vangelo, per il dialogo interreligioso e per la promozione umana.

Il premio

Nasce a Trabzon l’idea di dedicare un premio a don Andrea Santoro, proprio nel luogo in cui il sacerdote Fidei Donum ha donato la sua vita agli ultimi. “Durante il nostro viaggio in Turchia abbiamo deciso di istituire un premio in sua memoria”, spiega don Michele Caiafa, responsabile del centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma. Un premio per ricordare un “eroico testimone dei nostri giorni”, come lo ha definito Papa Francesco.

“Nel corso dei secoli ci sono uomini e donne che con la testimonianza della loro esistenza riflettono un raggio di questo amore perfetto, pieno, incontaminato. (Papa Francesco)”

Ascolta l'intervista a don Michele Caiafa

Don Andrea Santoro

Era il 5 febbraio del 2006, quando un uomo entrò nella Chiesa di Santa Maria a Trabzon e uccise don Andrea Santoro, proprio mentre il missionario stava pregando con la Bibbia tra le mani. “Don Andrea è stato e continua ad essere testimonianza di carità e di annuncio del Vangelo. Un esempio di empatia, di accoglienza e di disponibilità all’ascolto”. Così lo ricorda don Caiafa, sottolineando quanto la voce del sacerdote continui a fare breccia nel cuore e nella mente della Chiesa universale.

“Sono qui per abitare in mezzo a questa gente e permettere a Gesù di farlo prestandogli la mia carne. Si diventa capaci di salvezza solo offrendo la propria carne. Il male del mondo va portato e il dolore va condiviso, assorbendolo nella propria carne fino in fondo, come ha fatto Gesù. (don Andrea Santoro)”

Le parole scritte dal missionario poco prima di morire costituiscono, per don Caiafa, la grande eredità che don Andrea ci ha lasciato. “Un’eredità estremamente attuale perché la gente ha bisogno di vedere nella nostra carne la carne di Cristo e nelle nostre parole la parola di Gesù, superando il terribile ostacolo dell’indifferenza per guardare con mente e con cuore rinnovati”.

I premiati

Verranno premiate dal vescovo Palmieri, uomini e donne impegnati su fronti diversi, ma tutti accomunati da una storia di missionarietà. Tra queste: suor Anna Bacchion e suor Marzia Feurra, missionarie della Consolata a Djibuti, attive nel campo della sanità, della scuola, del servizio ai disabili e della promozione della donna; padre Sebastiano D’Ambra, missionario Pime che nelle Filippine ha dato vita a Silsilah, il movimento di dialogo islamico-cristiano; la Comunità Missionaria Intercongregazionale, presente ad Haiti dal 2010 per rispondere alle necessità della popolazione locale dopo il terremoto; i coniugi Luigi e Isabella Bencetti che, dal 2001 al 2007, hanno prestato servizio a Carabayllo, una zona poverissima del Perù.

Don Santoro e il Mese Missionario Straordinario

“Dio ci ha affidato i suoi beni più grandi: la nostra vita, quella degli altri, tanti doni diversi per ciascuno. E questi beni, questi talenti, non rappresentano qualcosa da custodire in cassaforte, rappresentano una chiamata: il Signore ci chiama a far fruttare i talenti con audacia e creatività. (Papa Francesco)”

Don Andrea Santoro ha dedicato i suoi talenti agli altri, offrendoli come dono d’amore al prossimo. Rappresentante di “una chiesa di strada che riconsidera le diversità come valori, che osa nell’integrazione e nell’accoglienza reciproca, lavorando con fatica, impegno, determinazione e grande passione”, commenta don Michele Caiafa. “La missione - conclude - è la carezza che Dio vuole fare, con le nostre mani, agli altri”.

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14 ottobre 2019, 16:27