Il Sinodo sulla Regione Panamazzonica dall’inizio
E‘ per “individuare nuove strade per l’evangelizzazione” del popolo di Dio che vive nella regione Panamazzonica, che Francesco convoca una Assemblea speciale dei Vescovi. L’annuncio lo dà prima della recita della preghiera dell’ con la folla riunita in Piazza San Pietro, il 15 ottobre 2017. Il Papa sottolinea il fatto che la popolazione di questa regione, in particolare gli indigeni, sono “spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta Amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta”.
L’Amazzonia e la sollecitudine di Papa Francesco
Il Sinodo per l’Amazzonia abbraccia aspetti ecclesiali, sociali ed ecologici. Si concentra sui 34 milioni di persone che vivono nei territori di , , , , , , , e . Ma, in termini molto reali, il Sinodo riguarderà ogni persona del pianeta, tenuto conto che questa regione è un’importante fonte di ossigeno per tutto il mondo. Inoltre, il 20% dell’acqua del mondo scorre attraverso l’Amazzonia.
Francesco si è recato in visita per la prima volta in Amazzonia il 19 gennaio 2018. A Puerto Maldonado in Perù, il Papa ha incontrato una rappresentanza di 3 milioni di indigeni dell’Amazzonia. Durante il suo ha detto: “Probabilmente i popoli originari dell’Amazzonia non sono mai stati tanto minacciati nei loro territori come lo sono ora. L’Amazzonia è una terra disputata su diversi fronti”. Stava ribadendo sentimenti che aveva già espresso in un rivolto il 15 febbraio 2017 al III Incontro globale del Forum dei Popoli Indigeni, convocato dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo. In quell’occasione ebbe a dire: “Il problema essenziale è come conciliare il diritto allo sviluppo, compreso quello sociale e culturale, con la tutela delle caratteristiche proprie degli indigeni e dei loro territori”.
Il Consiglio e l’incontro pre-sinodali
L’8 marzo 2018 Papa Francesco elegge un , annunciato con un della Sala Stampa della Santa Sede. Il primo incontro di questo Consiglio pre-sinodale si svolge il 14 aprile 2018. Secondo il , il gruppo “ha esaminato il progetto di Documento Preparatorio”, “offerto suggerimenti utili al suo miglioramento” e quindi lo ha approvato.
Il Documento Preparatorio
Nonostante il tema si riferisca a una regione specifica, gli argomenti sui quali il Sinodo si va concentrando vanno oltre il territorio geografico: riguardano l’intera Chiesa e il futuro del pianeta. Questo Sinodo ha il compito di “trovare nuovi cammini per far crescere il volto amazzonico della Chiesa” e anche per rispondere “alle situazioni di ingiustizia nella regione”: così inizia il stilato dalla Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi e dagli esperti, presentato l’8 giugno 2018 nel corso di una nella Sala Stampa della Santa Sede. Come è accaduto anche nei Sinodi passati, il Documento Preparatorio (che prima si chiamava Lineamenta) presenta l’argomento centrale del Sinodo e sollecita risposte. Esso riassume bene la logica del Papa che si incentra sull’aspetto ecclesiale ed ecologico delle Amazzoni:
“Papa Francesco, nella sua visita a Puerto Maldonado, ha invitato a modificare il paradigma storico in base al quale gli Stati considerano l’Amazzonia come un deposito di risorse naturali, passando sopra la vita dei popoli originari e non preoccupandosi della distruzione della natura. Il rapporto armonioso fra il Dio Creatore, gli esseri umani e la natura si è spezzato a causa degli effetti nocivi del neoestrattivismo e della pressione dei grandi interessi economici che sfruttano il petrolio, il gas, il legno, l’oro, e anche a causa della costruzione di opere infrastrutturali (per esempio: megaprogetti idroelettrici e reti stradali, come le superstrade interoceaniche) e delle monocolture industriali”.
L’Instrumentum Laboris è una risorsa preziosa per comprendere la storia della Chiesa in quella regione assieme alle diverse dimensioni della “proclamazione del Vangelo di Gesù in Amazzonia” che il Sinodo vuole sviluppare: biblico-teologica, sociale, ecologica, sacramentale, missionaria. Descrive quindi ambiti nei quali la Chiesa è sollecitata ad assumere un “volto amazzonico” attraverso un “ministero dal volto amazzonico”, per percorrere “nuovi cammini di evangelizzazione” dei popoli amazzonici.
La fase consultiva
Il Documento Preparatorio è stato inviato “alle Conferenze episcopali e agli altri organismi coinvolti, al fine di iniziare le consultazioni pre-sinodali”. Uno di questi organismi è la REPAM (la “Red Eclesial Pan-Amazónica”): questo gruppo è stato presentato per la prima volta in Vaticano il 2 marzo 2015 nel corso di una nella Sala Stampa della Santa Sede.
La REPAM è una rete che promuove i diritti e la dignità delle popolazioni che vivono in Amazzonia. È un progetto di nove Chiese locali della regione amazzonica, ispirato da Papa Francesco e sostenuto dalla Conferenza episcopale Latinoamericana, il CELAM. Il REPAM esiste per portare all’attenzione del mondo la fragile situazione delle popolazioni indigene dell’Amazzonia e l’importanza fondamentale del bioma dell’Amazzonia per il pianeta – la nostra casa comune. È stata fondata nel 2014 per rispondere alle gravi preoccupazioni di Papa Francesco e della Chiesa latinoamericana riguardo alle “ferite profonde inferte all’Amazzonia e alle sue popolazioni”. Essa incarna la promessa che Papa Francesco fece nella città amazzonica di Puerto Maldonado, in Perù, dichiarando la sua “opzione, con tutto il cuore, per la difesa della vita, la difesa della terra e la difesa delle culture”.
Instrumentum Laboris: L’Amazzonia, nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale
Il 17 giugno 2019, in Sala Stampa Vaticana si è svolta una di presentazione dell’: questo documento comprende i risultati della “consultazione del Popolo di Dio in Amazzonia”. Oltre alle sette Conferenze episcopali presenti in Amazzonia, altre voci sono arrivate alla Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi attraverso circa 260 eventi in tutta la regione, organizzati con l’aiuto della REPAM, con 70 assemblee territoriali, 25 forum tematici, 170 altre attività compresi seminari, incontri e riunioni. L’Instrumentum Laboris parla anche di tre incontri a Washington, a Roma e a Bogotà nei quali esperti delle popolazioni amazzoniche hanno dato il loro contributo all’argomento con le loro riflessioni.
Il Papa nomina i Presidenti Delegati
Il Papa ha nominato tre Presidenti Delegati; i sono stati resi noti il 7 settembre 2019. I tre Presidenti Delegati presiedono l’Assemblea, in assenza del Papa, con la sua stessa autorità. È previsto però che Papa Francesco sia presente alla maggior parte delle discussioni sinodali. I tre Delegati sono:
il cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Mérida (Venezuela); ha ricoperto diversi incarichi in seno alla Conferenza episcopale venezuelana della quale è stato presidente per due mandati consecutivi dal 1999 al 2006. E’ stato il primo vice-presidente del CELAM (2007-2011) e dal 1997 è anche membro del Consiglio speciale per l’America del Sinodo dei Vescovi. È stato creato cardinale da Papa Francesco nel concistoro del 19 novembre 2016.
Il cardinale Pedro Ricardo Barreto Jimeno S.J.: è arcivescovo di Huancayo, in Perù, dal 2004. E’ stato creato cardinale nel concistoro del 28 giugno 2018 ed è membro del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale.
Il cardinale João Braz de Aviz: brasiliano, è Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica. Prima di ricoprire questo incarico è stato arcivescovo di Brasilia dal 2004 al 2011. E’ stato creato cardinale da Papa Benedetto XVI nel concistoro del 18 febbraio 2012.
I partecipanti al Sinodo
L’elenco completo dei è stato reso noto il 21 settembre 2019; tra i partecipanti ci sono:
- tre membri della REPAM, compresi il presidente e il vice-presidente;
- 114 Vescovi provenienti da sette territori amazzonici;
- 13 membri della Curia Romana;
- 33 membri nominati dal Papa;
- 15 membri dell’Unione Superiori generali che rappresentano le congregazioni religiose maschili;
- 19 membri del Consiglio pre-sinodale di cui 16 vescovi, due religiose e un laico.
- 25 esperti (1 laico, 19 sacerdoti, 1 monsignor, 2 religiose e 2 laiche);
- 55 uditori (15 laici, 10 laiche, 7 sacerdoti, 2 diaconi, 19 religiose, 2 religiosi);
- 6 ospiti rappresentanti delle altre confessioni cristiane;
- 12 invitati speciali.
Il Relatore generale e i Segretari
Il compito di coordinare le discussioni sul tema del Sinodo nonché la preparazione “di ogni documento che debba essere sottoposto all’Assemblea”, appartiene al Relatore generale, assistito in questo da segretari speciali.
Relatore generale per l’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione panamazzonica è il cardinale Cláudio Hummes, Ofm, arcivescovo emerito di San Paolo del Brasile, che è anche presidente della Commissione episcopale per l’Amazzonia della Conferenza nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) nonché presidente della REPAM.
Il cardinale Hummes sarà assistito dal cardinale Michael Czerny S.J., sottosegretario della Sezione per i migranti e i rifugiati del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale, e da monsignor David Martínez de Aguirre Guinea O.P., vicario apostolico di Puerto Maldonato, in Perù.
Il passo successivo
Sono passati quasi due anni da quando Papa Francesco ha annunciato un Sinodo per l’Amazzonia e sarà in un’atmosfera di preghiera che il Sinodo si aprirà domenica 6 ottobre. I partecipanti al Sinodo si incontreranno tutti i giorni, dal 7 al 26 ottobre, nell’Aula del Sinodo. Nelle sessioni plenarie, chiamate “Congregazioni generali”, ascolteranno le relazioni prima di incontrarsi in gruppi minori linguistici.
Qui convergeranno tutte le voci che hanno partecipato alla consultazione. I Vescovi riuniti nel Sinodo ascolteranno queste voci nel loro ruolo di “autentici custodi, interpreti e testimoni della fede di tutta la Chiesa” . Tutto questo accade in unione con il Vescovo di Roma, “il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei vescovi sia dell’intera compagnia dei fedeli” (Lumen gentium, no. 23). Una volta ancora, l’Assemblea sinodale sarà un “valido strumento di conoscenza reciproca tra i Vescovi, preghiera comune, confronto leale, approfondimento della dottrina cristiana, riforma delle strutture ecclesiastiche, promozione dell’attività pastorale in tutto il mondo”. (, no. 1).
In particolare, questo Sinodo vuole promuovere l’attività pastorale della Chiesa nella Regione amazzonica – un’azione pastorale che abbraccia ogni ambito della vita umana. Come indica l’Instrumentum laboris, la Chiesa vuole testimoniare Gesù che “offre una vita in abbondanza (cf. Gv 10,10), una vita piena di Dio, vita salvifica (锄ōē), che inizia nella creazione e si manifesta già nel suo grado più elementare della vita (bios). In Amazzonia, essa si riflette nella sua ricchezza di biodiversità e culture. Ovvero, una vita piena e integra, una vita che canta, un canto alla vita, come il canto dei fiumi. È una vita che danza e che rappresenta la divinità e il nostro rapporto con essa”. “Il nostro servizio pastorale”, come hanno affermato i Vescovi ad Aparecida, è un servizio “alla vita piena dei popoli indigeni [che] esige di annunciare Gesù Cristo e la Buona Novella del Regno di Dio, di denunciare le situazioni di peccato, le strutture di morte, la violenza e le ingiustizie interne ed esterne, di favorire il dialogo interculturale, interreligioso ed ecumenico.” (DAp. 95). Alla luce di Gesù Cristo il Vivente (cf. Ap 1,18), pienezza della rivelazione (cf. Dei Verbum, no. 2), discerniamo tale annuncio e denuncia”. (, no. 11)
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