蜜桃交友

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Tra le novità introdotte nella nuova offerta formativa del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, figura l鈥檌nserimento, accanto al Diploma e al Dottorato, di due percorsi di Licenza, anziché uno come in passato: Licenza in Teologia del Matrimonio e della Famiglia e Licenza in Scienze del Matrimonio e della Famiglia. 鈥淨uesta rimodulazione dei percorsi di Licenza permetterà il potenziamento dei fondamenti teologici 鈥� si legge in un dell鈥橧stituto - confermando la centralità della famiglia come struttura fondamentale della forma cristiana ed aprendola ad un dialogo con i saperi scientifici e umanistici che ad essa si collegano鈥�. Ancora, per rafforzare la sinergia con le scienze umane, sono state create nuove Aree di Ricerca che approfondiranno la storia e la cultura delle istituzioni famigliari, il diritto e la sfera economica, e che si affiancano a quelle di Teologia Morale e Teologia Sacramentaria già presenti nell鈥橧stituto. 

Sequeri: tradizione e innovazione si armonizzano

La pubblicazione del può essere vista come un segno di recupero della 鈥渘ormalità鈥� dopo le turbolenze e le polemiche degli ultimi mesi, a seguito dell鈥檃pprovazione nel luglio scorso, da parte della Congregazione per l鈥橢ducazione Cattolica, degli Statuti e dell鈥橭rdinamento degli Studi dell鈥橧stituto? Ai microfoni di Pope, monsignor Pierangelo Sequeri, preside dell'Istituto, esprime la sua convinzione in questo senso:

R. 鈥� Io penso proprio di sì, anzi, penso che possa dare un contributo decisivo, perché quando vedi in concreto quali sono i contenuti e quali sono gli orizzonti concreti dei corsi, si capisce qual è il senso di questa transizione che indubbiamente, come tutte le transizioni, ha degli elementi di impegno, di fatica, di novità da affrontare. Perché qui si vede che la tradizione dell鈥橧stituto e l鈥檌nnovazione, come dovrebbe sempre avvenire nella Chiesa, si armonizzano, si compongono. Ci sono dei corsi che si rinnovano nel solco delle cose già acquisite, e ci sono delle nuove aperture che integrano la prospettiva che oggi è necessaria. Si tenga conto anche che l鈥橧stituto, per la prima volta nella sua storia, acquisisce la certezza del valore canonico dei propri titoli di licenza e di dottorato, come per tutte le altre facoltà di teologia e alle condizioni di tutte le altre facoltà di teologia, e quindi potrà anche formare e far migrare, con più tranquillità e con più competenza, nuovi insegnanti, non soltanto esperti nella materia.

Può sottolinearci qualche aspetto, in particolare, dell鈥檕fferta formativa per il nuovo anno accademico?

R. 鈥� Un primo elemento significativo è l鈥檌dentificazione di un corso fondamentale, per fondare teologicamente questo orizzonte, che si chiama 鈥淭eologia della forma cristiana鈥�, ed è una teologia fondamentale della fede 鈥� perché da qui bisogna partire 鈥� che ha particolare attenzione ad istruire gli elementi di sviluppo e di collegamento con le altre discipline che riguardano, appunto, il rapporto tra la fede e 鈥渓a giustizia degli affetti鈥�, cioè il retto ordine degli affetti, l鈥檌nterpretazione umana degli affetti che hanno il loro perno nel matrimonio e nella famiglia, ma che riguardano tutte le relazioni della comunità umana. Quindi, questo centramento sulla fede e sull鈥檜omo di fede, sulla donna di fede, che è prima di tutto interpretato alla luce dell鈥檈vento del progetto di Dio sul matrimonio e sulla famiglia, credo che sia un elemento di novità. L鈥檃ttenzione si sposta dalle singole problematiche canoniche, morali, giuridiche eccetera, verso questo orizzonte più profondo. Altre integrazioni sono un corso fondamentale 鈥� quindi obbligatorio 鈥� sull鈥檈cclesiologia e, sul piano del dialogo con le scienze umane e con le scienze della cultura, le novità sono rappresentate da alcuni corsi che mettono a fuoco il rapporto tra matrimonio e comunità civile, matrimonio e pluralità religiosa, matrimonio e diritto comparato e famiglia nel contesto della dimensione economica, politica, sociale che in questo momento ha questa realtà, che è certamente 鈥� rispetto alla tradizione dei nostri padri e dei nostri nonni 鈥� trasformata e implicata in un modo totalmente nuovo, e quindi questa attenzione fa parte della competenza richiesta anche al teologo. Quindi, non c鈥�è nessuna sostituzione della teologia con la sociologia ma, anzi, una regia teologica che si preoccupa di integrare delle competenze che fino ad ora, nell鈥檃mbito della teologia, sono state soltanto iniziali o forse anche un po鈥� marginali.

La pubblicazione dell'offerta formativa potrà ridare serenità alla comunità accademica dell鈥橧stituto, in particolare agli studenti che avevano reagito con preoccupazione a quanto successo a luglio?

R. 鈥� Questo, sicuramente, perché la reazione, avvenuta dopo la semplice notizia dell鈥檃pprovazione degli Statuti, si riferiva a qualche timore, al pensiero: 鈥淐ambia questo, non avremo più questo, saremo in difficoltà a proseguire gli studi 鈥︹��. Era fondamentalmente una preoccupazione congetturale perché, non disponendo del piano di studi, l鈥檌mmaginazione ha i suoi sussulti, i suoi timori. L鈥檈splicitazione della realtà deve pareggiare i timori, deve mostrare che queste congetture erano infondate, che la tradizione dell鈥橧stituto è rispettata, che l鈥檌nnovazione non ha nulla di devastante, anzi, è un valore aggiunto 鈥� Questo dovrebbe azzerare i timori legati alle fantasie.

Lei ha dedicato gran parte della sua vita alla teologia e all鈥檌nsegnamento. Quali sono le sue speranze e i suoi auspici per il futuro dell鈥橧stituto Giovanni Paolo II?

R. 鈥� La mia speranza è che con questo passaggio, pur faticoso, l鈥橧stituto si avvii a diventare un鈥檌stituzione d鈥檈ccellenza della Santa Sede. E鈥� vero, ci sono molti istituti e molte università, molte facoltà teologiche che si occupano doverosamente di questi temi, ma questo è quello della Santa Sede, quello che rappresenta 鈥� per così dire 鈥� un sentire coordinato con il Magistero supremo della Chiesa e quindi deve sviluppare una competenza all鈥檃ltezza di questo legame.