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Preparazione al Sinodo per l'Amazzonia Preparazione al Sinodo per l'Amazzonia 

I segretari del Sinodo su Civiltà Cattolica: camminare con la gente dell’Amazzonia

I segretari speciali del Sinodo ci portano dentro la prossima Assemblea sull’Amazzonia con un lungo e approfondito articolo pubblicato su La Civiltà Cattolica. Padre Spadaro: bisogna prepararci a camminare insieme e recuperare sinodalità per la sopravvivenza della regione amazzonica

Cecilia Seppia - Città del Vaticano

"Il Sinodo sull’Amazzonia ha una portata universale per la Chiesa e per il mondo, dobbiamo capire che l’Amazzonia è una casa per le popolazioni indigene ma riguarda il futuro di tutti noi". Così padre Antonio Spadaro, direttore de' La Civiltà Cattolica, commenta l’articolo pubblicato oggi in esclusiva sulla rivista dei Gesuiti, in cui i due segretari speciali dell’Assise, monsignor David Martínez de Aguirre Guinea e il cardinale designato, padre Michael Czerny, introducono il prossimo e atteso Sinodo che avrà luogo a Roma dal 6 al 27 ottobre, sul tema “Nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”. Il testo parte da alcune informazioni essenziali sulla regione amazzonica e sulle sue problematiche, emerse attraverso un ampio processo di consultazione, che tra poco arriveranno sul tavolo dei vescovi. Padre Antonio Spadaro è convinto che per affrontare i grandi temi di oggi, la sinodalità sia la modalità più efficace. Il testo dell'articolo è disponibile in 5 lingue su 

Ascolta l'intervista a padre Antonio Spadaro

R. – Il Sinodo, come dicono molto bene i due autori in questa introduzione, parte da una lettura della realtà e dai problemi che le comunità dell’Amazzonia vedono e registrano, per esempio la procreazione, la privatizzazione dei beni naturali, l’acqua, il disboscamento, la caccia e la pesca predatoria, l’inquinamento, la perdita di biodiversità… Stiamo vedendo anche gli incendi che creano la distruzione della foresta intesa anche come risorsa di ossigeno. Quello che si vuole dare e che i due autori ci ricordano è uno sguardo globale che considera l’ecologia come qualcosa di integrale: non è solo un settore, un’attenzione particolare o un aspetto ma è proprio una forma, una sintesi, una nuova sintesi della dottrina sociale della Chiesa. Come del resto la Laudato si’, non è una enciclica ecologica, è un’enciclica che fa parte pienamente della dottrina sociale della Chiesa.

Proprio per tutte queste ragioni è importante che all’Amazzonia venga dedicato un Sinodo… E’ arrivato il momento di parlare ma anche agire insieme…

R. – Come abbiamo potuto sperimentare in questi anni e nei sinodi precedenti, la forma sinodale della Chiesa è un’idea chiave che Papa Francesco sta portando avanti con forza. Bisogna risvegliare la sinodalità. Come diceva San Giovanni Crisostomo, Chiesa e sinodo sono di fatto sinonimi. Quindi per affrontare i grandi temi che la Chiesa ha davanti, la forma sinodale, la discussione, il discernimento, la preghiera comune, la decisione comune sono fondamentali. E’ un modo proprio di vivere l’esperienza ecclesiale che chiaramente non si conclude come il Papa ha detto più volte con la messa conclusiva del sinodo ma non si conclude mai, nel senso che poi il sinodo si traduce nei cammini pastorali che la Chiesa apre nelle realtà locali.

Un testo ampio che ci introduce a questo grande evento. L’invito dei due segretari è però quello che non solo i vescovi ma tutte le persone del mondo arrivino a camminare con la gente dell’Amazzonia sostenendo che questo è l’unico modo per salvare il polmone del pianeta dalla distruzione. Come, secondo lei, secondo anche le parole che sono presenti in questo articolo, è possibile?

R. – Innanzitutto bisogna sottolineare come per Francesco la questione ecologica sia direttamente legata alla giustizia sociale. Lo ha detto anche nel suo viaggio in Africa, di recente, nei suoi discorsi. Si comprende come anche la povertà, il fenomeno delle migrazioni, come vediamo per l’Africa, derivino dalla desertificazione e quindi dalla distruzione dell’ambiente, della Casa comune. Quindi il legame tra ecologia e giustizia sociale è fondamentale, bisogna ribadirlo ed è un tema forte del Sinodo stesso. Poi chiaramente il Sinodo parla dei nuovi cammini attraverso i quali la Chiesa in Amazzonia annuncerà il Vangelo di Gesù perché il Sinodo ha a che fare direttamente con la vita ordinaria della Chiesa. Mi piace molto l’espressione “nuovi cammini” e infatti i due autori la sottolineano, fanno presente come negli ultimi anni il calo dei religiosi sia uomini sia donne mette un po’ in pericolo la presenza della Chiesa cattolica tra le popolazioni indigene e quindi chiede in qualche modo alla Chiesa, e questo appello è più universale, chiede alla Chiesa fedeltà e audacia. E d’altra parte porrà la questione fondamentale dell’inculturazione. E’ molto importante, dicono gli autori, che i popoli originari facciano loro la Chiesa, quindi devono essere soggetto attivo di evangelizzazione, non solo oggetto di evangelizzazione. Una sfida che diventa ecclesiale: come deve essere la Chiesa di oggi e la Chiesa del futuro.

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12 settembre 2019, 14:32