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Roma: Quindicina dell’Assunta nella basilica di Santa Maria in Via Lata

La celebrazione, tradizione delle Chiese cattoliche ed orientali di rito bizantino, è stata adattata alla nostra tradizione liturgica occidentale ormai più di quarant’anni fa. Il mariologo Antonino Grasso: “Una pratica di devozione dal grande valore ecumenico”

Federico Piana - Città del Vaticano

Nella suggestiva basilica romana di Santa Maria in Via Lata è in corso la tradizionale Quindicina dell’Assunta, una pratica di devozione in preparazione alla Solennità dell’Assunzione di Maria del prossimo 15 agosto: nei quindici giorni, i fedeli digiunano e cantano l’ufficio orientale chiamato Paraclisis, composto da inni di supplica per ottenere conforto e coraggio. La celebrazione, che nelle Chiese cattoliche ed orientali di rito bizantino prende il nome di ‘Piccola Quaresima della Madre di Dio’ ed è stata in parte adattata alla nostra tradizione liturgica occidentale ormai più di quarant’anni fa, si concluderà il 14 agosto alle ore 20.00 nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore con la solenne veglia dell’Assunta presieduta dal cardinale Stanis?aw Ry?ko, arciprete della basilica.

Una pratica dal grande valore ecumenico

Il mariologo Antonino Grasso, docente all’Istituto di Scienze Religiose ‘San Luca’ di Catania, spiega che “la Quindicina dell’Assunta assume un grande valore ecumenico visto che unisce i cristiani di Oriente ed Occidente nell'unanime venerazione di Maria. Con questa pia pratica i fedeli chiedono alla Madre di Dio anche di intercedere per la pace sulla terra, l’unità delle Chiese, la benedizione divina sulle famiglie e su ogni creatura umana”. Anche per noi occidentali, aggiunge il prof. Grasso, lo scopo della Quindicina dell’Assunta è quello di alzare lo sguardo verso la Vergine glorificata “per sentirla sempre vicina e per rivolgerle fiduciosi la struggente invocazione di aiutarci a risolvere i grandi problemi personali, familiari, nazionali ed internazionali”.

Maria ci invita a combattere contro il male per la salvezza

Ma cosa ci insegna il guardare incessantemente all’Assunta? “Ci insegna - risponde il mariologo Grasso - che nulla di noi andrà perduto; che tutto di noi sarà salvato per sempre solo se sapremo vincere la nostra battaglia contro il male e se sapremo superare la paura della morte, animati dalla speranza certa e concreta della resurrezione”. In sostanza, Maria ci sollecita ad essere forti e decisi contro il demonio che “con le sue subdole ed affascinanti insidie ci circonda invisibile ma potente, con l’intento di strapparci a quella realizzazione gloriosa e splendente in Dio di cui l’Assunta è l’icona, distruggendo così la nostra esistenza”.

Ascolta l'intervista al mariologo Antonino Grasso

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04 agosto 2019, 08:45