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Repam: cercare presto strade di azione pacifica per l'Amazzonia

Sull’emergenza ambientale in Amazzonia, devastata dai roghi, interviene anche la REPAM chiedendo a tutti una presa di coscienza delle gravi minacce che implica questa situazione e un impegno concreto e deciso per la cura della Casa Comune

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

Le fiamme dell’Amazzonia continuano a preoccupare il mondo e dopo l’accorato appello di Papa Francesco, ieri all’Angelus, per salvare il polmone del pianeta, anche la REPAM – Rete Ecclesiale Panamazzonica – alza la voce perché si agisca al più presto. In una nota – firmata dal presidente dell’organismo, il cardinale Claudio Hummes – si ringrazia quanti in questi giorni hanno espresso vicinanza per la situazione critica di tutta la foresta pluviale specialmente in Brasile e Bolivia che sono tra le aree più colpite dagli incendi: dal Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), fino alla Confederazione latinoamericana dei religiosi e tutti i vescovi di altri Paesi, in vista anche del prossimo Sinodo sull'Amazzonia, sul cui tavolo non potrà mancare la questione ambientale e la preoccupazione per le popolazioni indigene.

Prendere coscienza delle gravi minacce

La REPAM - si legge nel testo – è consapevole che al momento attuale, il cambiamento climatico e l’aumento degli interventi umani (tra cui deforestazione, incendi e inondazioni, e variazioni nell'uso del suolo) stanno portando l'Amazzonia ad un punto di non ritorno". Per questo motivo, scrivono, "ci uniamo ai vari pronunciamenti che in linea con il magistero di Papa Francesco fanno appello a tutta l’umanità perché si prenda tutti coscienza delle gravi minacce di questa situazione e perché ci si impegni nella cura della Casa comune, alzando la voce e cercando strade concrete di azione pacifica, ma ferma, esigendo che si ponga fine a questa situazione”. La Rete Ecclesiale Panamazzonica, ringrazia anche gli organi di stampa tra cui la Civiltà Cattolica e Pope che quotidianamente stanno seguendo e monitorando i fatti, e quanti hanno dato vita a movimenti di protesta pacifica come il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, e poi chiude il suo comunicato con una supplica alla Vergine, contenuta nella Laudato Si’.

"Maria, la madre che si prende cura di Gesù, ora si prende cura con affetto e dolore materno di questo mondo ferito. Proprio come piangeva con un cuore trafitto per la morte di Gesù ha ora compassione per la sofferenza dei poveri crocifissi e di tutte le creature di questo mondo, devastato dal potere umano."

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26 agosto 2019, 11:49