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Al Meeting di Rimini il cardinale Bassetti parla di giovani e di futuro

Le aspirazioni dei giovani, le migrazioni e la situazione politica italiana: sono alcuni dei temi toccati dal presidente della Conferenza episcopale italiana nell’intervista concessa a Radio Vaticana Italia

Luca Collodi – Rimini

 

“Dobbiamo liberare i nostri ragazzi dalla paura, perché questa paralizza e rende incapace di agire”. Lo ha sottolineato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, nell’intervista concessa a Radio Vaticana Italia durante il Meeting di Rimini. Il porporato ha annunciato anche un incontro a Bari, dal 18 al 23 febbraio, sul tema globale della migrazione, con la partecipazione dei vescovi dei Paesi bagnati dal Mediterraneo.

Ascolta l'intervista al cardinale Gualtiero Bassetti

R. - Noi dobbiamo aiutare i giovani a riscoprire i loro talenti, la loro vocazione, perché ciascuno di loro è conosciuto, amato e progettato da Dio fin dall’eternità e se le cose non vanno è unicamente perché qualcuno non li ha aiutati a riscoprire veramente se stessi. Dobbiamo liberare i nostri ragazzi dalla paura, perché questa paralizza e rende incapace di agire. Dobbiamo fare capire nella loro solitudine che è dovuta anche a tutti i mezzi della comunicazione sociale, che chiudono, che una persona realizza sé stessa soltanto nel rapporto con l’altro.

Cardinale Bassetti, oggi in italia c’è insicurezza e insoddisfazione anche tra gli adulti, e' un problema culturale?

R. - Sì, in questo senso credo che bisogna mettere in pratica quello che ci dice il Papa: a tutti i livelli c’è bisogno di accompagnamento. Se c’è una coppia di fidanzati, se non l’accompagni, non arriva in fondo. Oggi la grande scommessa della Chiesa è proprio questa: accogliere, accompagnare e integrare, perché nessuno è in grado di affrontare la società di oggi; un ragazzo non ce la può fare da solo a trovare un lavoro, a sviluppare i suoi doni. Soltanto in un’integrazione che viene da un accompagnamento e si ritorna anche alla scelta fondamentale che noi come Cei abbiamo rifatto, ovvero l’educazione. Qui è veramente tutto un problema di educazione, perché le persone sono lasciate a sé stesse, quindi hanno paura e questa crea la paralisi. In questo modo i doni non vengono messi a profitto.

Sui migranti, la Chiesa italiana ha promosso un incontro nel mese di febbraio a Bari …

R. - Sì, mi sono reso conto che i migranti sono un problema globale, non è nemmeno dell’Europa e basta, anche perché da che mondo e mondo ci sono sempre state trasmigrazioni di popoli, solo che oggi forse avvengono in una maniera forse più virulenta per le situazioni, non ultime anche ecologiche. Noi non siamo in grado di affrontar questo da soli, anche perché ho sentito il parere di diversi vescovi della costa dell’Africa, i quali hanno visioni anche diverse dalle nostre. E allora mi sono detto: perché non metterci tutti insieme e vedere di dare una risposta che possa servire anche per la società civile?

Alcuni vescovi della costa africana vorrebbero trattenere i propri giovani nei Paesi di origine...

R. - Un vescovo mi ha detto: “State attenti ad accogliere soltanto, perché voi accogliete i migliori e succede da noi quello che sta accadendo da voi, cioè che i migliori vanno in Svizzera, in Germania, in Danimarca”. Dall’Umbria in dieci anni sono partiti 30 mila giovani che sono andati a cercare fortuna. Potevano essere le forze migliori. Quindi il problema della migrazione va affrontato; è chiaro che se c’è la gente in mezzo al mare va salvata - mi butteri a nuoto anche io –, ma non è questo il problema. Al tempo stesso però va affrontato globalmente.

L’incontro di Bari sarà chiuso dal Papa?

R. - Sì. Quando gliel’ho detto, mi ha risposto: “Ma abbiamo già fatto un incontro sulla teologia delle migrazioni, dei problemi …”. Ed io gli ho detto: “Quel convegno sarà l’applicazione degli aspetti teologici che anche Lei ci ha suggerito”.

Qual è l’augurio che la Chiesa italiana fa all’Italia?

R. - L’augurio che io mi sento di fare oggi è che si dia anche fiducia al Parlamento. L’ho detto anche il giorno dell’Assunzione: si dia fiducia al Parlamento.

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19 agosto 2019, 17:09