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Si piangono i morti nella chiesa di Negombo Si piangono i morti nella chiesa di Negombo

Sri Lanka. Padre Nevil, testimone dell'attacco a Negombo

Intervista esclusiva con un francescano entrato nella chiesa di San Sebastiano a Negombo subito dopo l'attentato: “Davanti ai miei occhi scene terrificanti e indelebili”. Il religioso ha visto l'attentatore che entrava in chiesa con uno zainetto

Amedeo Lomonaco - Negombo (Sri Lanka)

E' passato esattamente un mese dagli attacchi in Sri Lanka. Padre Fernando Nevil, francescano, ricorda l'attentato compiuto nella chiesa di San Sebastiano a Negombo. E' stato tra i primi ad accorrere in chiesa dopo l'esplosione. Prima della deflagrazione, ha visto non lontano dal luogo di culto un uomo con indosso uno zaino. Era l'attentatore. Dopo essere entrato in chiesa, che a Negombo ha provocato oltre 130 morti, padre Nevil ha visto una scena terribile. Questa è la sua toccante testimonianza:

Ascolta l'intervista a padre Nevil

R. – Erano le 8.45 quando è avvenuto questo disastro. Abbiamo sentito una forte esplosione e poi abbiamo visto subito del fumo che usciva dalla chiesa. Ho visto e sentito tutto. Subito dopo sono entrato in chiesa: c’erano tanti morti e molti feriti che avevano bisogno di assistenza. Ho chiesto aiuto ai superstiti e ad altre persone per portare i feriti in ospedale. Così è iniziato tutto.

Prima dell’esplosione, ha visto l’attentatore?

R. - Sì. Lui è passato davanti a me, stavo parlando con una persona davanti al convento; erano circa le 8.36. È passato per due volte davanti a me, come se non volesse disturbare … Sono passate tantissime persone davanti a noi, ma lui era particolare, era sicuro… non voleva disturbare. Lo abbiamo visto passare e poi entrare in chiesa.

Dopo l’esplosione, lei è rimasto accanto ai corpi delle vittime?

R. – Sì, ho visto il sangue, le vittime… Non c’era nessuno in quel momento con me. Poi sono arrivate subito altre persone. La polizia e le ambulanze sono arrivate dopo venti o trenta minuti, anche perché non si aspettavano quanto è successo. Ho chiamato i miei amici ed ho detto loro di chiamare la polizia, le ambulanze. Io non ho toccato nessuno perché non potevo fare nulla quando sono entrato in chiesa; mi sentivo confuso, le gambe mi tremavano, non riuscivo a camminare. È stata un’esperienza forte; non mi sarei mai aspettato questo disastro.

Francescani in Sri Lanka

Padre Nevil, insieme ai suoi confratelli francescani, è impegnato nella formazione dei seminaristi. I francescani sono stati tra i primi ad accorrere dopo l’attacco, sferrato lo scorso 21 aprile nella chiesa di San Sebastiano a Negombo. Da quel giorno, offrono assistenza spirituale e psicologica ai feriti e ai familiari delle vittime. Per i bambini rimasti orfani promuovono inoltre attività di ludoterapia. È una presenza, quella francescana in Sri Lanka come in altri Paesi, sempre vicina ai poveri e ai sofferenti.
 

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21 maggio 2019, 11:15