Card. Bassetti: sulla famiglia un ritardo incredibile e ingiusto
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Sinodalità” è la parola chiave che il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, ripete più volte nel suo discorso di apertura della sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente. Famiglia, giovani e governo delle comunità diocesane sono le urgenze indicate dalla Chiesa italiana che vede nel dialogo, nel confronto costruttivo, nell’accoglienza reciproca: la strada per “restare un punto di riferimento morale e sociale” per il Paese.
La sinodalità come stile
“I cristiani – spiega il cardinale Bassetti – sono sinodali” ovvero, richiamando Sant’Ignazio di Loyola, “compagni di viaggio, portatori di Dio, portatori del tempio, portatori di Cristo e dello Spirito”. Pertanto la sinodalità implica “ascolto, volontà di mettersi in sintonia, di accogliersi reciprocamente”, “è sguardo sull’uomo”. Il porporato non nasconde la fatica dell’approccio sinodale perché “richiede spiritualità evangelica e appartenenza ecclesiale, formazione continua, disponibilità all’accompagnamento, creatività”. ”E’ il passo - afferma - a cui Papa Francesco non si stanca di richiamarci. Ne abbiamo bisogno per essere davvero Popolo di Dio, come pure per restare un punto di riferimento morale e sociale per il nostro Paese”.
Una società slabbrata che vede nell’altro un nemico
Il presidente della Cei denuncia la modalità – non sinodale – della comunicazione “spesso usata per accendere gli animi, screditare e far prevalere le paure, arrivando a identificare nell’altro non un fratello, ma un nemico”. “La sinodalità è una proposta che sentiamo di poter e dover fare anche alla società, a una società slabbrata come la nostra”.
La divisione sul tema famiglia
Centrale dunque l’accento che il presidente dei vescovi pone sulla famiglia e in particolare sulla mancanza di uno sguardo sinodale che porta a “dividerci su tutto, a contrapporre le piazze, persino su un tema prioritario come quello della famiglia, sul quale paghiamo un ritardo tanto incredibile quanto ingiusto”. Bassetti ricorda che proprio le famiglie hanno assicurato la tenuta sociale del Paese nel momento della crisi.
Le istituzioni non voltino le spalle alla famiglia
L’appello della Chiesa italiana, disponibile a lavorare per una società migliore, è alle istituzioni pubbliche perché “non possono fare finta che la famiglia sia solo un fatto privato” ma un fatto sociale; “e ogni essere umano che viene ferito negli affetti familiari diventerà un problema per tutti”. Quindi è necessario raccogliere le domande di sostegno in campo educativo, formativo e relazionale e dinanzi al calo demografico è fondamentale assumere misure economiche e fiscali efficaci; tutelare le madri lavoratrici. “La famiglia - afferma il card. Bassetti - è il termometro più sensibile dei cambiamenti sociali: senza venir meno ai principi – visto che la famiglia non è un menù da cui scegliere ciò che si vuole – aiutiamoci a mettere a punto un pensiero sulla famiglia per questo tempo”.
I giovani e il bene comune
Compito della Chiesa è di suscitare nei giovani “il desiderio di intraprendere, di essere generativi, di tessere reti comunitarie e relazionali”. “La dignità umana - afferma il presidente della Cei - si costruisce attraverso il contributo che anche ciascuno di loro è chiamato a offrire al bene comune”. Ma “per rendere le persone partecipi della cittadinanza – insiste l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve - la via principale rimane quella che sa ricercare con coraggio misure capaci di offrire lavoro e di crearlo”. Fondamentale è il coinvolgimento dei territori, accogliere le domande della gente, rispondere alle povertà, alle disuguaglianze, chiedendo politiche adeguate in un’ottica di responsabilità condivisa.
La sfida educativa
Ricordando la pubblicazione, domani, dell’Esortazione Apostolica Christus vivit, che Papa Francesco ha firmato a Loreto lo scorso 25 marzo, il card. Bassetti ha evidenziato che nel cuore della Chiesa italiana c’è ancora “la sfida educativa” come “un’impresa comune da assumere nei luoghi della vita ordinaria dei giovani”. Da qui l’impegno perché si rilanci la riflessione sul Sinodo recentemente concluso.
Fraternità per contrastare la solitudine nella Chiesa
Altro motivo di preoccupazione, secondo il presidente della Cei, è “la profonda solitudine” che segna la vita in molte diocesi come sperimentato dallo stesso card. Bassetti nel corso delle sue visite negli ultimi due anni. “Proprio la sinodalità - afferma - ci deve aiutare a vivere una maggiore fraternità: da soli non possiamo nulla, da soli non siamo nulla”. Quindi l’invito a ripartire “dal coinvolgimento" dei laici, dal “rivitalizzare i Consigli diocesani, quelli presbiterali come quelli pastorali, e gli stessi Consigli parrocchiali”. Da affrontare anche la riduzione delle diocesi, tema spesso sollecitato.
Sinodalità perché la Chiesa sia casa sicura
Affrontare insieme anche il tema degli abusi sessuali alla luce delle indicazioni e dei documenti pontifici, prodotti al termine dell’Incontro dedicato alla tutela dei minori nella Chiesa, perché proprio la Chiesa sia “sempre più casa sicura per i bambini e le persone vulnerabili”. La sfida è una Chiesa “che si rinnova perennemente al seguito del suo Signore; una Chiesa che vive per l’annuncio e la testimonianza del Vangelo e che assume la missione come stile di vita; una Chiesa, quindi, in stato di missione, che rilancia la cooperazione tra le Chiese nel segno della reciprocità”.
Chiesa, Popolo di Dio
E’ il riconoscersi in cammino, “senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci”, la prospettiva richiamata in conclusione dal card. Bassetti, che offre come esempio il prossimo “Incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo”, che si svolgerà a Bari nel febbraio 2020. “Un incontro, basato sull’ascolto e sul discernimento comunitario, che, valorizzando la sinodalità, si prefigge di compiere un passo verso la promozione di una cultura del dialogo e della pace, per un futuro dell’Italia, dell’Europa, dell’intero bacino mediterraneo”.
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