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Migranti venezuelani nelle strade di Pacaraima in Brasile Migranti venezuelani nelle strade di Pacaraima in Brasile 

Brasile. La Pasqua dei migranti venezuelani accolti dalle scalabriniane

Le suore scalabriniane animano la pastorale per i migranti nello Stato brasiliano di Roraima, in cui si riversano migliaia di venezuelani in fuga dalla fame. Le celebrazioni della Settimana Santa coinvolgono anche le famiglie che non hanno trovato posto nei centri di accoglienza

Marco Guerra – Città del Vaticano

“Vediamo la croce in queste famiglie che dormono per strada, in queste persone che arrivano affamate e che hanno lasciato le loro case e la loro vita dall’altra parte della frontiera”, così suor Ires, religiosa scalabriniana, racconta a VaticanNews la predisposizione d’animo con cui lei e le sue consorelle, accolgono e aiutano in questi giorni di Pasqua, i migranti venezuelani che, in fuga dalla fame, passano il confine e si stabilizzano nello Stato brasiliano di Roraima.

Migranti denutriti

Le suore scalabriniane animano da circa un anno una missione nella città di Boa Vista, capitale dello Stato di Roraima, servendo nell’ambito della pastorale per i migranti della diocesi. “Siamo vicine al confine - racconta suor Ires - e accogliamo ogni giorno le migliaia di immigrati che arrivano in Brasile denutriti; in Venezuela infatti manca tutto, medicine, cibo, servizi sanitari…”

Strutture di accoglienza esaurite, migranti in strada

La religiosa riferisce poi delle difficili condizioni in cui si trovano a fare prima accoglienza: “Noi non abbiamo un centro di accoglienza, lavoriamo sia con i migranti che vivono per strada e che non sanno dove andare a dormire, sia con quelli ospitati nelle 13 strutture allestite dal governo che al momento sono tutte piene, con oltre 8000 persone”. Madre Ires e le altre suore offrono assistenza anche a coloro che sono riusciti ad affittare piccoli appartamenti o singole camere per non dormire all’aperto. Questi migranti soffrono inoltre grandi problemi di integrazione dovuti alla mancanza di lavoro, quindi vivono di espedienti e di lavori saltuari che svolgono portando insieme con loro tutta la famiglia.

La cura pastorale dei migranti

“A tutto loro portiamo da mangiare ma ci occupiamo anche della cura spirituale – spiega ancora suor Ires – anche se è una situazione di emergenza facciamo in modo di offrire a questi migranti la possibilità di partecipare alle celebrazioni religiose”.

In particolare per la Pasqua vengono celebrate alcune Messe in spagnolo per agevolare la partecipazione dei tanti venezuelani presenti nella zona. La liturgia della Domenica delle Palme è iniziata proprio insieme ad un gruppo di venezuelani. “Per loro la Pasqua è come vivere la passione di Cristo - ha detto la religiosa – e la Risurrezione è un segno di speranza”. Anche le suore scalabriniane sono scosse dalla sofferenza di queste famiglie e dicono di rivedere la Passione in tutti i bambini che dormo nelle strade. Suor Ires racconta infine che famiglie di migranti non intendono spostarsi da Boa Vista e dalle altre località di frontiera, perché nutrono la speranza di rientrare nella loro patria e di tornare a vivere nelle loro case insieme ai parenti.

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21 aprile 2019, 11:18