Nicaragua. Card. Brenes dopo parole del Papa: dialogo unica via
Il cardinale, invitato a commentare le parole del Santo Padre all’ - il quale ha detto ieri che accompagna con la preghiera l’iniziativa e incoraggia le parti a trovare al più presto una soluzione pacifica per il bene di tutti - ha ribadito con forza alcuni concetti. Anzitutto il dialogo è l'unica via, insieme all'incontro e alla discussione. Questo dialogo però, ha aggiunto l'arcivescovo di Managua, deve essere sincero per raggiungere il bene comune. Ecco perché ha sottolineano il ruolo di controllo che deve avere la cittadinanza, onde evitare che il dialogo venga snaturato e quindi non riesca a dare frutti di giustizia, libertà e pace per il Nicaragua.
Mons. Baez ribadisce la forza della preghiera
Anche Mons. Baez, vescovo ausiliare di Managua, ha voluto sottolineare l'interesse del Santo Padre, che secondo Baez, segue da sempre la crisi del Nicaragua, e ha insistito sulla forza della preghiera: "La preghiera renderà proficuo questo momento che sembra difficile, che sembra sterile". Quindi ha esortato i nicaraguensi a non perdere la speranza perché i risultati attesi non sono stati ancora ottenuti in maniera rapida. "Il cristiano deve imparare la pazienza storica, aspettare, ma chiedendo, non ritardare i tempi, ma neanche anticipare i tempi imprudentemente" consiglia il Vescovo nelle dichiarazioni inviate a Fides. Mons. Báez ha chiesto di avere fiducia nell'inviato speciale del Segretariato generale dell'Osa (L’Organizzazione degli Stati Americani), Luis Ángel Rosadilla, e per il nunzio apostolico in Nicaragua, Waldemar Stanislaw Sommertag, che fungono da testimoni e accompagnatori al tavolo di dialogo nazionale. Il Vescovo ha ricordato anche che il dialogo deve essere trasparente: "Non può essere un dialogo che nasconde la volontà del più potente che potrebbe esserci dietro. Tutto va fatto in modo che non ci siano accordi nascosti dietro le persone". In conclusione Mons. Báez ha definito "eccessivo" il periodo massimo di 90 giorni concordato dal regime di Daniel Ortega con l'Alleanza Civica per liberare i prigionieri politici (vedi Fides 21/03/2019): "Personalmente ritengo che sia un periodo eccessivo, mi sembra troppo lungo".
Il dialogo è ripartito ma c’è tensione per il gran numero di prigionieri politici
La crisi socio politica in Nicaragua si è aperta il 18 aprile 2018, con le proteste contro la riforma del sistema pensionistico, alla quale sono seguite altre violente proteste di piazza e una dura repressione da parte del governo. Secondo organismi umanitari indipendenti, da aprile 2018 i morti sono almeno 325. La Commissione Interamericana per i diritti umani dell'Osa parla invece di più di 500. Sebbene il Dialogo nazionale sembra ripartire con la presenza di una rappresentante della Osa, c’è ancora molta tensione per il gran numero di prigionieri politici, che sono più di 600. (C.E. - Agenzia Fides)
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