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Repubblica Democratica del Congo, civili sfollati Repubblica Democratica del Congo, civili sfollati 

Congo. Vescovi Kisangani: troppa insicurezza e migrazioni disordinate

Riunita a Kisangani, l’Assemblea episcopale provinciale di Kisangani (Assepkis) ha pubblicato un comunicato sulle problematiche della regione e l’impegno della Chiesa nel tessuto sociale

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

C’è ancora tensione nella provincia di Kisangani, nella Repubblica Democratica del Congo. Nell’Ituri e a Tshopo sono tuttora attivi gruppi armati e i cosiddetti “coupeurs de route”, bande, per lo più di combattenti, che derubano e aggrediscono passanti lungo le strade, bloccando soprattutto automobili, motociclisti e mezzi di trasporto. Descrivono così i vescovi delle diocesi locali la situazione nell’Alto e Basso Uélé, dove la sicurezza è in parte migliorata, ma persistono aree critiche. “La presenza di rifugiati provenienti da alcuni paesi vicini come il Sud Sudan o la Repubblica Centrafricana suscita inquietudini” si legge nel comunicato dell’Assemblea Episcopale Provinciale di Kisangani (Assepkis). Nel nord del Paese inoltre ci sono ancora ribelli ugandesi della “Lord Resistence Army” (Lra) e Uda (bracconieri libici) che con le loro incursioni continuano a mietere vittime tra la popolazione locale.

I flussi migratori disordinati e l’assenza di risposte dalle autorità

Gli allevatori di Mbororo, poi, si stanno progressivamente insediando nel Congo scontrandosi con gli allevatori locali e provocando insicurezza nei territori di Watsa e Rungu. I vescovi evidenziano che tali movimenti migratori disordinati rendono debole il nord-est del Paese, dove il potere dello stato è sotto certi aspetti quasi impercettibile e si rischia la balcanizzazione. Da qui l’esortazione ai governanti a ristabilire l’autorità dello stato e a garantire l'ordine. Anche i conflitti tra le popolazioni autoctone e il potere pubblico provocano massicci spostamenti di persone che tra l’altro non ricevono risposte alle loro rivendicazioni. È il caso di Lomami, nei territori di Ubundu e Opala, dove, con la creazione del parco nazionale, non sono state considerate le esigenze delle popolazioni locali. I vescovi si rammaricano per il clima di violenza che si è sviluppato e chiedono alle autorità competenti soluzioni pacifiche. Di fronte a questa serie di problematiche l’Assemblea Episcopale Provinciale di Kisangani si è impegnata a portare a termine uno studio sulle cause di insicurezza, la migrazione disordinata e lo sfruttamento delle risorse naturali nella regione. L’indagine sarà condotta insieme alle Commissioni diocesane Giustizia e Pace (Cdjp) e agli Osservatori delle risorse naturali (Orn).

Corruzione in crescita

Sulle elezioni del 30 dicembre dello scorso anno, i vescovi rilevano una profonda frustrazione tra la popolazione. I risultati non hanno soddisfatto le aspettative dei congolesi e si assiste ad una vasta campagna di corruzione che sta distruggendo l’intero tessuto nazionale. “Cosa ci si può aspettare da parte di diversi politici, che, senza vergogna, hanno comprato i voti dei loro elettori?” si chiedono i presuli che, insieme al Comitato permanente della Cenco, intendono continuare ad accompagnare il processo elettorale e a denunciare ogni forma di corruzione e di frode a tutti i livelli.

Una società divisa con tanta disoccupazione fra i giovani

I vescovi hanno anche espresso dispiacere per la scissione percepita all’interno della società a causa di affiliazioni etniche, politiche o di altro tipo. Al fine di favorire la coesione sociale l’idea è quella di promuovere una pastorale della riconciliazione e pacificazione in tutte le diocesi. Tra le preoccupazioni dei presuli ci sono poi i giovani. Tanti i disoccupati e vulnerabili alla manipolazione e strumentalizzazione da parte di leader che perseguono solo i loro interessi egoistici. Per tale motivo si è deciso di rafforzare la pastorale giovanile e di offrire un accompagnamento dinamico a tutti i giovani.

La preoccupazione dell’ebola

Infine i vescovi lanciano l'allarme ebola incoraggiando i cristiani e uomini e donne di buona volontà ad impegnarsi per prevenire e combattere la malattia nel rispetto dei valori etici cristiani. Plaudono inoltre alla dedizione di molte organizzazioni e strutture che stanno combattendo l'epidemia. 

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15 marzo 2019, 11:11