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Vescovi del Togo: non si può più tacere davanti alle violenze

Appello-denuncia dei vescovi lanciato durante l'Assemblea Generale della Fraternità Sacerdotale tenutasi dal 7 all'11 gennaio 2019 a Kpalimé

"Gli eventi politici e sociali che stiamo vivendo nel nostro paese non possono lasciarci indifferenti. La violenza contro le persone, i feriti, i detenuti e i morti che hanno segnato il periodo di dialogo tra gli attori politici, è deplorevole e inaccettabile". Così i vescovi del Togo in un messaggio lanciato nel corso dell'Assemblea generale della Fraternità Sacerdotale  - sul tema "Quali sacerdoti per il nostro paese e il popolo di Dio nella crisi sociopolitica in corso?" - conclusasi l'11 gennaio scorso a nord ovest di Lomé, nella città di Kpalimé.

Una parola forte, una parola di speranza

Si tratta di un appello - denuncia in cui la Conferenza dei vescovi africani chiede ai sacerdoti di non tacere più davanti agli "abusi del regime di Faure Gnassingbé contro la popolazione", di dire la verità ai fedeli sulla situazione socio-politica . "Il popolo di Dio si aspetta da noi una parola di speranza e di conforto, ma anche una parola forte che chiama il male, il male e il bene, il bene. Il popolo di Dio si aspetta da questi sacerdoti la parola di verità". "Dobbiamo anche parlare a tempo inopportuno, cioè dobbiamo essere in grado di contestare atti che riteniamo contrari alla dignità umana. Parlare diventa allora una testimonianza coraggiosa”.

Parlare nelle chiese

Non si tratta - specificano ancora i presuli - di "moltiplicare messaggi audio e video" ma di "parlare al popolo nelle Chiese" basandoci sulla Parola di Dio. Per la Conferenza episcopale togolese (CET), coloro che credono che gli uomini di Dio non hanno il diritto di interferire nella politica devono sapere che "la chiesa viene dal popolo, è solidamente ancorata al popolo e vive intimamente le sue gioie e i suoi dolori".

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12 gennaio 2019, 11:04