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Giubileo lasalliano: 300 anni per un'educazione che parte dalle frontiere

I Fratelli delle scuole cristiane, più noti come Lasalliani, aprono domani le celebrazioni per commemorare i 300 anni dalla morte del fondatore san Giovanni Battista de La Salle, patrono degli educatori cristiani. Il vicario generale fratel Gallardo: “valorizzeremo la nostra vocazione di insegnanti, e attiveremo 5 progetti per chi vive il disagio della frontiera”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Un cuore, un impegno una vita” è lo slogan dell’Anno giubilare lasalliano, che si apre domani per i 3.652 fratelli delle scuole cristiane, i religiosi uniti dalla regola e dal carisma del fondatore san Giovanni Battista de La Salle, sacerdote ed educatore francese scomparso a Rouen il 7 aprile 1719. Un giubileo che coinvolge anche più di 100mila insegnanti e collaboratori laici e oltre un milione di alunni in tutto il mondo, dalle scuole elementari all’università.

Il 17 novembre festa nel santuario di Roma

Il 17 novembre infatti si ricorda la dedicazione del santuario di san Giovanni Battista de La Salle, nel complesso della  casa generalizia di Roma, dove le spoglie del santo riposano dal 26 gennaio 1937. La celebrazione principale di apertura del giubileo si terrà quindi domani alle 18 nel santuario di via Aurelia 476, presieduta dal vescovo Marcello Bartolucci, segretario della Congregazione delle Cause dei Santi. Ma il giubileo concesso da Papa Francesco nel maggio di quest’anno, per i 300 anni dalla morte del patrono degli educatori cristiani, come ricorda in una lettera il superiore generale fratel Robert Schieler, vivrà molti altri forti appuntamenti, a partire dall’assemblea dei giovani lasalliani alla vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù a Panama, il 20 gennaio 2019.

Le tappe di Città del Messico, Rouen, Reims e Roma

Ci sarà poi un congresso internazionale sull’educazione, a Città del Messico, dal 14 al 16 marzo, che precederà la celebrazione del centenario della morte del fondatore, con una Messa solenne a Rouen, il 7 aprile. Il 30 del mese, sempre in Francia, ma a Reims, verrà festeggiato l’anniversario della nascita, che avvenne nel 1651. Dall’11 al 15 maggio infine, a Roma, è previsto un seminario che coinvolgerà tutti i fratelli sulla fedeltà creativa al carisma del fondatore. Il giubileo si chiuderà nella festa di Cristo Re del 2019 o all’inizio dell’avvento, con celebrazioni nei distretti locali.

Intervista al vicario generale, fratel Gallardo

Nella casa generalizia di Roma incontriamo fratel Jorge Gallardo, vicario generale del Fratelli delle scuole cristiane, al quale chiediamo quali sono gli obiettivi di questo anno giubilare. (Ascolta l'intervista a fratel Gallardo)

R. - Abbiamo un obiettivo particolare, celebrare la vita del fondatore, che è morto 300 anni fa. L’obiettivo nostro è sempre l’impegno per assicurare un’educazione umana e cristiana a tutti i bambini, ragazzi e ragazze, soprattutto quelli che sono più poveri, che hanno più bisogno. In questo giubileo vogliamo sottolineare la nostra vocazione di insegnanti. Noi siamo insegnanti e vogliamo valorizzare questa bellissima vocazione.

Giovan Battista del La Salle, il nostro fondatore, diceva parole bellissime per definire il nostro ruolo nella società. Parlava di noi insegnanti come ambasciatori di Cristo, come angeli e guardiani, come quelli che portano la verità e sono capaci di fare miracoli ogni giorno. Il miracolo di toccare il cuore dei nostri allievi per avvicinarlo un po’ di più a Dio, a Cristo. Questo è un miracolo che facciamo ogni giorno e che forse altre vocazioni non hanno. E’ importante valorizzarla, soprattutto oggi che il ruolo del docente non è così valorizzato… è importante vedere questo anno giubilare lasalliano come un anno di giubilo per tutto quelli che fanno educazione nel mondo.

La missione educativa lasalliana non è cambiata, ma sono cambiati i ragazzi…

R. - I ragazzi cambiano, ma è cambiato anche il nostro metodo educativo. San Giovanni Battista de La Salle aveva intuito che nell’educazione dei ragazzi mancava qualcosa. Ha pensato un metodo più efficace. Ha riunito i ragazzi insieme, adesso sembra normale avere una classe con più ragazzi, ma in quel tempo, 300 anni fa, non era così, l’insegnamento si faceva 1 a 1, un insegnante, un allievo. Ha pensato anche di valorizzare la lingua materna, in quel caso il francese, perché con un francese ben parlato, potevano avere un lavoro alla fine della scuola. Ha pensato anche di formare un gruppo di insegnanti, e ha voluto che tutti fossero religiosi laici, non sacerdoti, per avere tutto il tempo per educare. Lui ha cominciato a formare, in maniera sistematica, i ragazzi maggiorenni che potevano insegnare agli altri, soprattutto in campagna. 

Ai suoi tempi l’insegnamento era soprattutto per i bambini, adesso, dopo il Vaticano II, abbiamo aperto alla presenza più forte di insegnanti laici, e abbiamo un milione di allievi, che sono di tutte le religioni, tutte le razze, tutte le culture, e abbiamo scuole con più ragazze che ragazzi. Abbiamo anche l’impegno delle scuole superiori e dell’università. Il 30% di nostri allievi vengono da università, che sono circa  100 in tutto il mondo. Dobbiamo ora stare vicino, e lo facciamo a chi vive nelle frontiere, come il Papa ci chiede. Quindi in quest’anno giubilare metteremo in funzione 5 opere, una in ogni continente, per essere vicino a chi vive nelle frontiere geografiche e culturali e ha bisogno di essere educato.

Ci può parlare in dettaglio di queste cinque opere?

R. - Quattro sono già in funzione, e sono iniziate qualche mese fa, in preparazione di questo anno giubilare. La prima ad essere attivata è stata quella in Asia, alla frontiera tra Myanmar e Thailandia, per i migranti birmani che si spostano in Thailandia per cercare lavoro o per sfuggire alle persecuzioni delle minoranze in Myanmar. Lì abbiamo aperto una scuola che lavora da più di un anno per i ragazzi rifugiati oppure in cerca di lavoro. In Africa abbiamo aperto a marzo una scuola per ragazzi insieme con le Suore di Loreto, nel Sud Sudan, a Rumbek, dove loro già insegnavano alle ragazze, per offrire un'educazione di qualità a ragazzi che vivono senza scuola, in quello che è il Paese più povero dell'Africa. In America Latina abbiamo aperto un centro educativo rivolto a tutti i migranti della "tripla frontiera" tra Perù, Colombia e Brasile, a Tabatinga, in Amazzonia. Qui in Europa, dove abbiamo la sfida delle migrazioni, abbiamo scelto il luogo più difficile, il quartiere di Molembeek a Bruxelles, da dove sono partiti tutti i terroristi per gli attentati in Francia e Belgio. Lì vogliamo creare un centro educativo per i migranti, soprattutto del Nord Africa e del Medio Oriente, in collaborazione con la parrocchia di Molembeek, che inizierà il suo servizio tra qualche settimana. Manca ancora il progetto per il Nord America: ci sono già alcune proposte per una scuola nella frontiera tra Messico e Stati Uniti, dove la situazione è drammatica. Abbiamo già opere attive nella zona: l'idea è metterle insieme per condividere le risorse ed essere più efficaci.

Quali saranno i momenti più forti di quest' anno giubilare lasalliano?

R. - L'idea è sottolineare la vocazione dell'insegnante, quindi abbiamo tre eventi speciali. Il primo è inizitao il 5 novembre e si chiude oggi a Nairobi, in Kenya, dove 50 insegnanti lasalliani da tutto il mondo si sono riuniti per riflettere sul significato dell'essere insegnante oggi. L' idea è poi condividere la loro esperienza qundo torneranno nei loro Paesi. Nel marzo 2019 abbiamo un convegno a livello accademico a Città del Messico, al quale parteciperanno 200 docenti, sia quelli esperti in teoria dell'educazione ma anche chi lavora con i ragazzi più piccoli, fino ai bambini del nido.  Si parlerà della vocazione dell'insegnante laico lasalliano, che deve avere un attenzione particolare per gli studenti più poveri. Dall'11 al 15 maggio, qui a Roma, ci sarà un workshop per religiosi lasalliani ed insegnanti laici che celebrano qualche "giubileo" di impegno lasalliano: chi ha cominciato quest'anno, chi festeggia 25 anni di servizio, chi 50, per riflettere sulla fedeltà al carisma lasalliano. Poi ci saranno celebrazioni in tutto il mondo: ci sono scuole che le hanno iniziate ad agosto, all'apertura del loro anno scolastico, altri ad aprile 2019. Avremo poi la Messa solenne a Rouen, in Francia, il 6 aprile (perchè il 7 è domenica), per il 300.mo anniversario della morte di san Giovanni Battista de La Salle, e una il 30 aprile a Reims, nel luogo e nella data della nascita del fondatore. Il 16 maggio Papa Francesco ha avuto la gentilezza di invitare il superiore e noi membri del Consiglio generale ad un'udienza privata. E poi le iniziative che nascono dalla fantasia e dalla creatività dei ragazzi. So ad esempio che qui a Roma, alla scuola San Giuseppe, stanno preparando un musical sulla vita di san Giovanni Battista de La Salle che dovrebbe essere pronto per Natale.

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S. Giovanni Battista de La Salle, padre degli educatori
16 novembre 2018, 09:30