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Card. Sandri con gli Ordinari di Terra Santa Card. Sandri con gli Ordinari di Terra Santa

Il card. Sandri in Terra Santa sulle orme di Paolo VI

A Gerusalemme il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha ringraziato i presuli per la loro testimonianza nella difficile situazione in Medio Oriente. Tra i temi affrontati: dialogo Israele-Palestina, legge sullo Stato ebraico, scuole cattoliche, libertà religiosa, assistenza ai migranti, vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, situazione economica della Chiesa in Terra Santa

La giornata di ieri del card. Leonardo Sandri nella Città Santa, è iniziata con la Celebrazione eucaristica presso la Chiesa del Cenacolino, insieme con il delegato apostolico a Gerusalemme, mons. Leopoldo Girelli, e gli Ordinari Cattolici di Terra Santa. Erano presenti l'amministratore apostolico della diocesi patriarcale latina, mons. Pierbattista Pizzaballa, con il vicario mons. Giacinto Boulos Marcuzzo, il vicario del patriarca melkita a Gerusalemme, mons. Yasser Ayyash, con l'emerito mons. Julies Zerey, il Custode di Terra Santa, fr. Francesco Patton, il vicario patriarcale siro-cattolico, mons. Boutros Melki, l'amministratore patriarcale dell'arcieparchia di Akka dei greco-melkiti, il segretario della Delegazione Apostolica Mons. Marco Formica, il segretario dell'Assemblea Ordinaria dei Cattolici di Terra Santa (Aocts) padre Pietro Felet, fr. Oscar Mario Marzo officiale della Congregazione per le Chiese Orientali.

Ringraziati i presuli per la loro testimonianza nella difficile situazione in Medio Oriente

Il gruppo dei presuli si è trasferito presso la Casa Notre Dame per una riunione che è durata tutta la mattinata, sino al pranzo condiviso in fraternità: nel suo intervento introduttivo, il Cardinale Sandri ha voluto ringraziare i presuli per l'occasione di incontro, e la testimonianza del servizio pastorale accanto ai fedeli in contesti talora molto difficili sia per le sfide a livello locale come quello che provengono dallo scenario del Medio Oriente in generale. Pastori e fedeli sono però chiamati a vivere la loro presenza in queste terre come una vera e propria vocazione, come Chiesa dell'Incarnazione e della Pasqua. Il Prefetto ha avuto poi una parola di riconoscenza e di augurio per mons. Georges Bacouni, di recente trasferito da Akka alla sede arcieparchiale di Beirut, in Libano: il presule ha affrontato con grande dedizione e chiarezza le numerose sfide che ha dovuto ereditare nel governo dell'Eparchia melkita in Galilea. La sua partenza inoltre rende necessario convocare una riunione elettiva dell'Aocts per eleggere un pro-presidente, anche in vista della riunione convocata per febbraio in Vaticano circa la prevenzione e la gestione degli abusi sessuali del clero.

Il dialogo Israele-Palestina, legge sullo Stato ebraico e scuole cattoliche

E' seguito poi un dialogo molto franco e aperto tra i partecipanti, ai quali nel frattempo si era aggiunto il patriarca emerito di Gerusalemme, Michel Sabbah: le sfide sono legate da un lato all'approvazione della Legge sullo Stato ebraico, sulla quale si era pronunciata sia la diocesi patriarcale di Gerusalemme sia gli stessi Ordinari dell'Aocts con due comunicati, la sostenibilità delle scuole cattoliche in Israele e Palestina e la questione dell'adozione dei diversi libri di testo, la situazione di Gaza, le prospettive del dialogo tra Israele e Palestina, l'importanza di tenere comunque aperti i rapporti personali di conoscenza per poter offrire ai diversi interlocutori politici in forma ufficiale e ufficiosa il punto di vista della Chiesa Cattolica in Terra Santa.

Il tema della libertà religiosa e assistenza ai migranti

Certamente il tema della libertà religiosa è apparso come trasversale e fondamentale, nel fatto di poter esistere, di poter operare a livello educativo ed assistenziale, sia in Israele come in Palestina: ben lungi da valutazioni di tipo politico, ogni atto legislativo nei diversi paesi che violi in forma implicita od esplicita il principio della libertà religiosa deve essere denunciato con chiarezza in sede di colloqui bilaterali o multilaterali. Il card. Sandri insieme al delegato apostolico hanno raccolto le diverse sollecitazioni, ringraziando per la testimonianza ed assicurando la vicinanza del Papa e della Santa Sede a diversi livelli: il Prefetto si è poi voluto interessare della realtà dei migranti presenti in Israele, con particolare riferimento all'assistenza spirituale garantita a quelli provenienti dalle Chiese Orientali Cattoliche non mediorientali: gli indiani siro-malabaresi, i greco-cattolici dell'Europa Orientale, e gli etiopi e gli eritrei di tradizione ge'ez.

L’incontro con i seminaristi

Nel pomeriggio di ieri, presso l'Auditorium del Centro Notre Dame, si sono riuniti tutti i seminaristi in formazione appartenenti alla diocesi patriarcale di Gerusalemme dei Latini, dei Padri Bianchi, dei Salesiani e una delegazione dei francescani impegnati nel Convegno dei Commissari di Terra Santa: il card. Sandri ha dapprima offerto come in altre occasioni simili l'immagine biblica del sogno di Giacobbe descritto nel libro della Genesi come spunto per parlare del tema della vocazione sacerdotale, nella sintesi misteriosa tra il sogno dell'uomo, quello di Dio, nel discernimento operato dalla Chiesa che è madre. Ha poi proseguito inserendo gli spunti nel contesto concreto della Terra Santa, invitando a incarnare la fedeltà di Dio nel quotidiano fondandosi sulla presenza viva del Signore che ha abitato lui stesso queste terre e percorso queste strade. Non importa il numero e quanti siamo, ma la qualità della testimonianza che siamo in grado di offrire: questa regione ha già tanti problemi, la Chiesa e i suoi ministri vogliono contribuire al bene di tutti coloro che vi abitano, non aumentare i problemi e le fatiche. I Seminaristi hanno poi voluto dialogare con il cardinale e con mons. Pizzaballa, pure presente all'incontro, ascoltando qualche testimonianza del Sinodo dei Vescovi dedicato alla riflessione sul mondo giovanile celebratosi a Roma ad ottobre. Il Prefetto è rimasto colpito dall'insistenza sul far comprendere la vita come vocazione a partire dal Battesimo, e quindi capaci di illuminare il dono proprio di ciascuno e l'universale chiamata alla santità che non può essere riservata o pensata come dimensione che tocca soltanto i consacrati e le consacrate: in questo senso, un discernimento in seminario che dovesse concludersi con la non ammissione agli Ordini, non dovrebbe essere preso come un fallimento, ma come stimolo a ricercare la propria via personale di servizio al Signore e alla Chiesa. Se ordinati, rimanere sempre anzitutto discepoli in cammino dietro al Signore, formandosi anche nella dimensione intellettuale in ambito teologico e delle scienze filosofiche ed umane non per un'affermazione di sè, ma per rendere ragione della speranza per la quale vale la pena vivere e che va annunciata ai nostri contemporanei. Come consacrati poi, la disciplina della fraternità diventa pure una scuola preziosa anche se non priva di fatiche e sfide. La seconda tappa del pomeriggio è stata la visita a due Chiese "sorelle": il vicariato patriarcale caldeo,e il vicariato siro-cattolico.

Riunione sulla situazione economica della Chiesa in Terra Santa

L'ultima tappa invece è stata presso la sede del patriarcato latino, dove il card. Sandri ha presieduto una riunione congiunta tra il Collegio dei Consultori e il Consiglio degli Affari economici della diocesi, alla presenza della delegazione vaticana e dell'amministratore apostolico mons. Pierbattista Pizzaballa. Con grande franchezza si è potuto discutere della situazione attuale, sia con la revisione contabile generale operata secondo standard internazionali, sia quantificando la situazione debitoria legata di fatto alla situazione dell'Università di Madaba. Sia i laici come i sacerdoti si sono espressi sulle sfide e le risorse da impiegare, le possibili alternative per chiudere i debiti, l'esigenza di far continuare il lavoro pastorale dei sacerdoti nelle parrocchie e nelle diverse situazioni. Preoccupa poi la situazione delle scuole del Patriarcato, presenti sia in Israele, come in Palestina e in Giordania, alcune delle quali sia per la legislazione vigente sia per altre dinamiche sono importanti come segno ma economicamente insostenibili per il deficit annuo che producono.
 

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28 novembre 2018, 10:58