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Padre Pedro Arrupe, 28° superiore generale dei gesuiti Padre Pedro Arrupe, 28° superiore generale dei gesuiti 

Al via la causa di beatificazione di padre Pedro Arrupe

Lo ha annunciato in una lettera padre Arturo Sosa, preposito generale della Compagnia di Gesù, ricordando le eccezionali qualità di padre Arrupe al servizio dei poveri, del Papa e della Chiesa

“Padre Pedro Arrupe si è dimostrato un ‘uomo di Dio e uomo di Chiesa’ straordinario e appassionato”. La sua è “una fama spontanea, continua e duratura” e “ovunque, gesuiti e non gesuiti sono stati testimoni delle sue eccezionali qualità: il suo desiderio di adempiere in tutto la volontà di Dio Padre, il suo radicamento in Gesù Cristo, la sua fiducia nello Spirito Santo come guida della Chiesa, la sua immancabile lealtà al Santo Padre, il ‘Vicario di Cristo sulla terra’, il suo spirito missionario, la sua fedeltà personale al nostro modo di procedere, la sua sensibilità alle drammatiche situazioni sociali, il suo amore e la sua prossimità ai poveri”. Così padre Arturo Sosa Abascal, preposito generale della Compagnia di Gesù, ha annunciato in una lettera rivolta ai confratelli e riportata dal Sir, l’avvio della causa di beatificazione di padre Pedro Arrupe, 28° superiore generale dei gesuiti dal 1965 al 1983.

Un’eredità viva in tutto il mondo

“Negli ultimi mesi, quando ho condiviso questa intenzione nei vari luoghi che ho visitato, ho potuto vedere personalmente quanto sono vivi il ricordo e l’eredità di padre Arrupe”, scrive padre Sosa, che racconta di “lettere postulatorie eloquenti e persino commoventi ricevute da ogni parte del mondo confermano che la sua fama di santità è riconosciuta in diversi settori della Chiesa”.Il “modo di procedere” attuato da padre Pedro Arrupe, continua il preposito generale, “ha aperto la strada al rinnovamento della vita dei gesuiti, la consacrazione e i voti, la comunità e la missione. In generale, ha agito in modo che la Compagnia, la Chiesa e la società potessero essere nutrite dalla ricchezza della tradizione ignaziana”.

L’impegno contro ogni ingiustizia

Padre Sosa ha poi ricordato la partecipazione al Concilio Vaticano II, il suo invito “a lottare contro ogni ingiustizia e incredulità”, la sua risposta “alla chiamata dei rifugiati”, l’impegno per la promozione di “riconciliazione, ecumenismo e dialogo interreligioso”.

Il 5 febbraio possibile inizio della causa

La causa di beatificazione è stata avviata nel Vicariato di Roma, il luogo della sua morte e si trova ancora nella fasi iniziali. “Una volta ricevuto il ‘nihil obstat’ della Santa Sede e il consenso dei vescovi più vicini a Roma nella Conferenza episcopale italiana, e constatata l’assenza di ostacoli da parte del Popolo di Dio”, scrive ancora padre Sosa, “il 5 febbraio 2019, 28° anniversario della sua la morte, avrà luogo nella Basilica di San Giovanni in Laterano la sessione che apre formalmente la causa”.

L’invito di Padre Sosa

Padre Sosa invita poi ad “inviare al postulatore generale qualsiasi informazione riguardante la vita, la morte o il periodo successivo alla morte di padre Arrupe”.
“Sono convinto che la persona di padre Pedro Arrupe, in questo tempo di grazia mentre ci dirigiamo verso una desiderata beatificazione, conclude padre Sosa, ispirerà nei gesuiti e in coloro con i quali collaboriamo in missione un più grande desiderio di unione e di rinnovamento spirituale, spingendoci  a maggiori collaborazione nella riconciliazione di tutte le cose in Cristo, guidandoci ‘sotto il Romano Pontefice’, ovunque lo Spirito conduca”.

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15 novembre 2018, 19:24