La Supplica alla Madonna di Pompei, scudo contro il male
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
“Se propaghi il Rosario, sarai salvo!”. L’uomo che cade in ginocchio dopo aver udito questa voce è lo stesso che pochi anni prima inveiva contro la Chiesa, indottrinato dal pensiero positivista e per un po’ anche immischiato con pratiche di spiritismo e satanismo. Sono i decenni finali dell’Ottocento e Bartolo Longo, giovane avvocato, ha vissuto una rivoluzione interiore simile a quella di S. Paolo. Da anticlericale convinto a convinto uomo di fede, che nel napoletano povero e arretrato, soprattutto nella Valle di Pompei, si rimbocca le maniche e si impegna in opere di carità in serie. Finché quella richiesta misteriosa, diffondere il Rosario, che lo coinvolge nella missione per cui è ancora oggi ricordato.
Apostolo mariano
È grazie al suo apostolato mariano che, oltre 100 anni dopo, sulla terra una volta desolata sorge il celebre Santuario dedicato alla Vergine. Qui l’8 maggio e il 7 ottobre di ogni anno viene recitata la Supplica alla Madonna di Pompei, scritta dallo stesso Bartolo Longo nel 1883, ispirato da Leone XIII che aveva appena indicato nell’Enciclica Supremi Apostolatus Officio la recita del Rosario come rimedio ai mali del mondo. Una Supplica che ha molto, nei toni, del figlio che si rivolge con amore a una Mamma dal “sensibilissimo cuore”, capace di offrire – come si legge nel testo – “compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita”.
“Sotto la tua protezione”
Visitando il Santuario il 21 marzo di tre anni fa e sostando in preghiera davanti al quadro della Vergine, Un’affermazione che riecheggia da vicino l’invito rivolto da Francesco all’inizio di questo mese perché la Chiesa in tutto il mondo reciti ogni giorno il Rosario per chiedere alla Vergine Maria e a San Michele Arcangelo protezione dal demonio.
Il Papa stesso, a conclusione della Messa di apertura del Sinodo dei giovani, mercoledì scorso, si è fermato di fronte alla statua mariana posta sul sagrato di San Pietro per recitare l’antica invocazione “Sub tuum presidium”, accompagnato dalla corale. Parole che esprimono la certezza di un intervento come quelle che per ultimo pronunciò Bartolo Longo prima di spirare: “Il mio unico desiderio è quello di vedere Maria, che mi ha salvato e mi salverà dalle grinfie di Satana”.
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