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“Vie meravigliose di Dio. Il Magistero della Chiesa sulla salvezza dei non cristiani”

“Vie meravigliose di Dio. Il Magistero della Chiesa sulla salvezza dei non cristiani”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana – Dicastero per la Comunicazione e scritto dal salesiano don Abraham Kavalakatt, è stato presentato nel pomeriggio a Palazzo Pio

Debora Donnini – Città del Vaticano

“Vie meravigliose di Dio. Il Magistero della Chiesa sulla salvezza dei non cristiani” è uno studio sulle vie della salvezza divina dei non cristiani attraverso l’esame del pensiero dei Padri conciliari e dei documenti del Concilio, passando per la dichiarazione e il Magistero dei Papi fino a Papa Francesco. Un testo denso e ricco di materiale, dalla vasta bibliografia, e allo stesso tempo agile da leggere. Si tratta del primo volume della nuova collana “Fede in dialogo” della Libreria Editrice Vaticana, ha ricordato Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione alla presentazione. “Viviamo in un tempo in cui tutti parlano e pochi ascoltano”, dice Ruffini mettendo in rilievo l’importanza di imparare il dialogo, di offrire la propria testimonianza tramite l’ascolto e di non chiudersi in se stessi.

Dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco

La questione della salvezza dei non cristiani e dei rapporti fra il cristianesimo e le altre religioni fu affrontata dal Concilio Vaticano II: basti pensare alla dichiarazione , alla costituzione dogmatica e al decreto . “Il Concilio – scrive l’autore – propone un apprezzamento positivo delle religioni non cristiane”. Dopo c’è stato un ampio dibattito teologico sul rapporto fra cristianesimo e religioni non cristiane. Il magistero successivo ha sviluppato questi argomenti. Si arriva, quindi, al 2000 con la Dichiarazione Dominus Iesus della Congregazione per la Dottrina della Fede. Lo studio ripercorre le tappe di questi sviluppi. La prima parte, infatti, riprende la storia e i principali testi del magistero dei Pontefici che hanno affrontato il tema e il significato del valore delle altre religioni. La seconda, contestualizza l’intervento sull’argomento della Congregazione per la Dottrina della Fede e analizza i vari aspetti della Dominus Iesus. Si esaminano anche le reazioni suscitate da questa Dichiarazione e le prospettive offerte dal Magistero di Papa Francesco.

La Prefazione del card. Ladaria

Nella Prefazione al volume il cardinale Luis Francisco Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, evidenzia che la Dominus Iesus "sull’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa” è ancora “in questo momento il più diretto e completo punto di riferimento magisteriale sul tema”. Il porporato sottolinea anche che “l’unicità e l’universalità della mediazione salvifica di Cristo, unico mediatore fra Dio e gli uomini, è una verità fondamentale del Cristianesimo". E’ anche una verità fondamentale il fatto che Dio voglia salvare tutti, prosegue. “Il Concilio Vaticano II - afferma ancora il porporato - ci dice che lo Spirito Santo offre a tutti la possibilità, in un modo noto a Dio, di essere associati al mistero pasquale. Un punto deve rimanere assolutamente chiaro: il modo e le vie della salvezza per coloro che non conoscono Cristo, non possono essere considerate come alternative a quest’ultimo”.

Continuità fra documenti conciliari e Dominus Iesus

A sottolineare l’importanza del libro intervenendo alla presentazione, il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, e mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Il legame tra evangelizzazione e libertà religiosa è uno degli aspetti affrontati nel testo, sottolinea Mons. Ayuso Guixot, così come la relazione fra dialogo, annuncio e missione ad gentes, da Paolo VI ai Papi successivi.  

La ricchezza del volume è stata rilevata anche da mons. Andrea Bellandi, vicario generale della diocesi di Firenze, già Preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, che oltre ad intervenire alla presentazione del libro, ha proprio curato la Presentazione del volume nella quale sottolinea che il maggior pregio del testo di don Abraham Kavalakatt è quello di “aver puntigliosamente documentato la forte continuità esistente tra i documenti conciliari che, più o meno direttamente, si occuparono di tale questione – aprendo prospettive fino ad allora, almeno a livello magisteriale, del tutto sconosciute – e la Dominus Iesus”, che “non intende essere un trattato di teologia” ma, come ogni documento magisteriale, indicazione teologica autorevole dei “’confini’ entro i quali una riflessione teologica può correttamente svolgersi, esprimendo una visione autenticamente ‘cattolica’”. Il libro viene, quindi, definito “indispensabile per chi intenda d’ora in avanti cimentarsi con tale complessa problematica”.

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29 ottobre 2018, 20:16