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Paolo VI sacerdote prima di tutto. Il racconto del postulatore padre Marrazzo

Il postulatore della Causa di canonizzazione, padre Antonio Marrazzo, racconta fuori dai cliché la figura di Paolo VI, pontefice di un’umanità pari alla celebrata intelligenza. Il simbolo? La stola del suo ritratto ufficiale, il segno del sacerdozio che Papa Montini mostrò sempre a grandi e piccoli del mondo

L’abito non faceva il Papa per Paolo VI. Nel senso che talare bianca, mozzetta e gli altri paramenti connessi al suo status contavano poco senza l’unico che desse valore a tutto e che esattamente sopra tutto andava portato e amava portare, la stola. “Anche nei viaggi o quando riceveva capi di Stato voleva presentarsi anzitutto come sacerdote”. A rivelare questo aspetto – reso plasticamente dall’arazzo ufficiale della Canonizzazione – è il postulatore della Causa, padre Antonio Marrazzo, protagonista della seconda puntata del WebDoc “Paolo VI. Un uomo, un Papa, un Santo”.

La persona più del ruolo

Padre Marrazzo ha familiarizzato per anni con Montini. E quella che descrive è una figura molto lontana dagli stereotipi, tanti, di quella “vulgata” fatta di dualismi cristallizzati nel tempo attorno a Paolo VI, il Papa solenne e freddo, colto ma distante. La stola ne è un esempio. “Lui non ha tenuto conto dell’immagine, del ruolo”, afferma il postulatore, perché in tutta la sua vita “ha sempre guardato e accolto l’essere umano così come lo vede Dio: precario, indigente, limitato”. Riconoscendo in se stesso le medesime fragilità, come anche “i suoi scritti” testimoniano.

Difensore della vita nascente

Un uomo sobrio, certo, ma più ancora ricco di calore umano, effetto della “fiducia nell’uomo” che lo animava profondamente. Un uomo aperto senza riserve a quell’umanità che pure stava mutando velocemente, ma al cui abbraccio vuole spingere la Chiesa attraverso il Concilio. E anche un uomo e un Papa pieno di amore nei riguardi della vita, nata e non nata, come dimostrano i due miracoli riconosciuti per la Beatificazione e la Canonizzazione. “Paolo VI – dice padre Marrazzo – dovrebbe essere proposto come difensore della vita nascente” perché, spiega, i due segni di guarigione compiuti per sua intercessione si pongono in straordinaria “continuità” con il suo magistero.

Il Papa vicino

Il 14 ottobre Paolo VI diviene Santo. Non da solo, perché quel giorno lo saranno anche un martire, mons. Romero, e alcuni Sante e Santi fondatori. “La scelta di Papa Francesco non è stata casuale – spiega padre Marrazzo – ma ha al fondo una domanda: fino a che punto la santità è legata al ruolo che una persona ha esercitato nella vita?”. Nel caso di Paolo VI, conclude, la santità l’ha fatta la vita ricca di umanità di un uomo che “ti trasmetteva ciò che viveva dentro”.

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05 ottobre 2018, 08:00