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Paolo VI, il Papa degli artisti

Un rapporto fecondo e sincero con il mondo dell’arte. Paolo VI era anche questo, come testimonia la Collezione di Arte Religiosa Moderna nei Musei Vaticani istituita nel 1973. Con noi Barbara Jatta direttore del polo museale della Santa Sede

Perché Paolo VI viene considerato il Papa degli artisti? Cerchiamo di rispondere a questa domanda nell’ultima puntata del nostro WebDoc che termina nel segno della bellezza. Insieme al direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta ci concentriamo sull’istituzione della cosiddetta ‘Carm’, la Collezione d’Arte Religiosa Moderna. Un salto che ci porta al 23 giugno 1973, data dell’inaugurazione, quando Montini tenne un discorso davvero denso di spunti.

Artista profeta e poeta

Nell’occasione, presso la Cappella Sistina, Paolo VI definì l’artista “profeta e poeta, a suo modo, dell’uomo d’oggi, della sua mentalità, della società moderna”. E come nelle puntate precedenti, è altamente suggestivo l’ascolto dell’audio originale del Papa tratto dagli archivi della Santa Sede. Il direttore dei Musei Vaticani ci ha spiegato che la Collezione è frutto di una raccolta di opere che Paolo VI fece personalmente durante i primi 10 anni del suo pontificato grazie a donazioni di celebri artisti e collezionisti.

L’apertura all’arte contemporanea

“Testimoniare la religiosità e i valori spirituali della fede cattolica”. È questo – precisa Jatta – il filo comune della Collezione che raccoglie diverse forme espressive e artisti di differenti nazionalità. “Non è vero - affermò Montini nel suo discorso - che i criteri direttivi dell’arte contemporanea siano segnati soltanto dall’impronta della follia, della passionalità, dell’astrattismo puramente cerebrale e arbitrario”. Per il direttore dei Musei Vaticani, Paolo VI è “un pontefice che solo adesso viene capito per la sua modernità e la sua profondità culturale”.

Lo stupore dei visitatori

Paolo VI dunque accolse volentieri gli esiti creativi di importanti artisti contemporanei mettendo fine alle lacerazioni del passato nel rapporto fra Chiesa e arti figurative. “Codesta Arte – disse il pontefice - è documento che non solo ci interessa, ma ci obbliga a conoscerla”. Ciò che ne deriva – aggiunge Jatta – è uno straordinario dialogo con la modernità. E alla direzione dei Musei Vaticani giungono costantemente messaggi di stupore da parte di visitatori che scelgono di raggiungere la Cappella Sistina passando appunto dall’appartamento Borgia dove ha sede la Carm.

 

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15 ottobre 2018, 08:00