Don Vitali: Francesco vuole una Chiesa sinodale fondata sull’ascolto
Fabio Colagrande - Città del Vaticano
“La novità più grande della è che colloca esplicitamente il Sinodo nella cornice di una Chiesa sinodale”. Lo afferma, ai microfoni di Radio Vaticana Italia, don Dario Vitali, consultore della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi e docente ordinario di Teologia Dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana. “La costituzione apostolica di Papa Francesco appena promulgata - spiega Vitali - va oltre la modifica della struttura e dei meccanismi dell’assemblea dei vescovi, aprendo un orizzonte di sinodalità più ampio in cui si chiede direttamente che la Chiesa intera entri in un processo sinodale fondato sull’ascolto” (Ascolta l'intervista a don Dario Vitali).
Imparare ad ascoltare
“Tutti - ribadisce Vitali - devono imparare ad ascoltare. La sinodalità, infatti, non è far parlare tutti, ma è il dovere di tutti di ascoltare. Ed è il Papa a dare per primo l’esempio”. “A me impressiona - spiega il prof. Vitali - quando Francesco in alcuni incontri non pronuncia una parola ma ascolta, ascolta e ascolta. Così diventa un esempio per tutti del fatto che il primo passo del processo sinodale non è parlare, ma è ascoltare. E’ infatti attraverso l’ascolto reciproco del Popolo di Dio, dei vescovi e del Vescovo di Roma, che tutti imparano ad ascoltarsi, ma soprattutto imparano ad ascoltare lo Spirito che guida la Chiesa”.
Il Sinodo, da evento a processo
“尝’Episcopalis Communio - aggiunge Vitali - vuole davvero dare una struttura nuova al Sinodo e lo fa valorizzando tutta l’esperienza dei Sinodi sulla famiglia del 2014 e del 2015 in cui la consultazione dei fedeli era stata introdotta come prima esperienza, come prassi preliminare al Sinodo stesso”. “Questo rinnovamento avviene trasformando l’evento sinodale in un processo sinodale costituito da tappe precise: preparazione, celebrazione dell’assemblea e sua attuazione”.
Popolo di Dio voce della Tradizione
“Il maggior coinvolgimento del Popolo di Dio nel meccanismo sinodale – che è il cuore del rinnovamento voluto dal Papa - avviene attraverso la consultazione dei fedeli”. “Si tratta di una prassi che è stata avviata nel Sinodo straordinario del 2014 e poi utilizzata in quello del 2015 e ripetuta adesso per quello dedicato ai giovani, inviando un questionario”. “Se prima - spiega don Vitali - era sembrato giusto consultare le famiglie per affrontare il tema della pastorale famigliare, ora questo aspetto diventa formale, strutturale all’interno del processo sinodale. Ed è un aspetto che riprende propriamente il Concilio e il riferimento di Lumen gentium 12 al ‘sensum fidei’ di tutti i fedeli. Si tratta di quella conoscenza che, in ragione del battesimo, tutti i fedeli hanno e che trasforma il Popolo di Dio in soggetto – così dice la dottrina – di infallibilità ‘in credendo’. Il Popolo di Dio è cioè soggetto attivo di trasmissione della Rivelazione, e in quanto tale è una voce della Tradizione”.
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