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Disastro Genova, in Fiera la camera ardente Disastro Genova, in Fiera la camera ardente 

Genova, parroco: come "carne viva del Crocifisso"

A tre giorni dal crollo di Ponte Morandi, le operazioni di ricerca e rimozione delle macerie proseguono. Tra 10 e 20 il numero di persone che mancano all'appello. Sono 38 le vittime accertate, 10 i feriti gravi e oltre 600 gli sfollati. Sabato i funerali di Stato ma diverse famiglie hanno scelto esequie private

Antonella Palermo - Città del Vaticano

“Si tocca con mano la carne viva del crocifisso”: così don Massimiliano Moretti, parroco di Nostra Signora Assunta e S. Zita a Genova, e vice direttore dei cappellani del lavoro nella diocesi, commenta a Radio Vaticana Italia, l’esperienza di vicinanza e sostegno spirituale che, insieme ad altri sacerdoti della città, da ieri pomeriggio sta portando, ai familiari delle vittime della sciagura del ponte Morandi, nella camera ardente allestita alla Fiera di Genova. (Ascolta l'intervista a don Massimiliano Moretti sulla sciagura di Genova)

Funerali di Stato, il rifiuto di alcune famiglie  

Saboto alle 11 i funerali di Stato, presieduti dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, ma diverse sono le famiglie che hanno deciso di celebrare le esequie in forma privata. Ma come interpretare questo segnale? “Credo ci sia una fortissima disaffezione verso la politica – spiega don Moretti – e questo è un campanello d’allarme forte e chiaro che deve arrivare ai nostri politici. E’ necessario che la politica riprenda in mano il governo del Paese, un Paese che soffre, e che si attrezzi a convergere sul bene comune, senza continuare a fare campagna elettorale”.

E in merito all’intenzione del governo italiano di accelerare i tempi della giustizia ordinaria per trovare i responsabili del crollo del ponte Morandi, don Moretti ribadisce: “Noi dobbiamo lasciare che i tempi maturino. Ci sono situazioni di estrema urgenza da risolvere: gli sfollati, prima di tutto. Detto questo – chiarisce – bisogna quanto meno che si sappia perché è accaduta questa tragedia”.

Una città spezzata su più fronti

Abituato ad ascoltare ogni giorno le istanze dei lavoratori genovesi, don Massimiliano affronta anche l’aspetto del presumibile ingente danno economico conseguente al crollo del ponte: “Siamo molto, molto preoccupati”, lamenta. “Siamo di fronte a una situazione che va ben oltre quella scatenatasi con le alluvioni che Genova ha subito nel corso di questi anni. Qui abbiamo una città con la spina dorsale spezzata. E siccome le attività del porto sono in costante crescita, se questa vicenda non si risolverà, dal punto di vista infrastrutturale, in tempi brevi, verrà messa in crisi tutta l’economia del capoluogo regionale”.

 

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17 agosto 2018, 13:55