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Ponte crollato: la città di Genova ringrazia il Papa per le parole all’Angelus

Intervista con l’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco: per evitare tragedie servono competenza, impegno e onestà

Città del Vaticano – Luca Collodi

“Stamani alle 6.30 abbiamo recitato le Lodi al Santuario della Madonnetta, Santuario caro a Genova. Abbiamo pregato la Madonna per la città”. “Sono molto grato al Papa, tutta la città e la diocesi sono grate al Santo Padre per questo ricordo pieno di affetto e di preghiera che ha mostrato per Genova e in particolare per coloro che sono stati colpiti da questa autentica tragedia”. “Sono convinto che Genova, come altre volte, con l’aiuto di Dio riuscirà a risollevarsi mettendo insieme le energie migliori della città, sentendo anche l’abbraccio del Papa, della Chiesa cattolica e di molti nel mondo che si sono fatti vivi in vari modi”. (Ascolta l'intervista con il cardinale Bagnasco)

La città ferita

“Noi sacerdoti dobbiamo essere disponibili, come ogni parroco nella vita quotidiana delle  parrocchie. Io stesso oggi andrò a visitare le salme all’ospedale San Martino. Questa vicinanza pratica, concreta, personale, e con l’accoglienza”. “Come diocesi abbiamo accolto un primo gruppo di 30 sfollati su 400 persone. Siamo disponibili ad accoglierne altri come prima sistemazione per questa tragedia”. “Poi, guardi, noi preti dobbiamo sostenere la speranza; la speranza, la fiducia, perché la gente non si demoralizzi e quindi noi sacerdoti abbiamo il compito di aiutare la gente a guardare in alto come oggi, nel giorno dell’Assunta, la Madonna ci insegna. Perché solo guardando in alto possiamo guardare la terra ed abbracciarla”.

Tragedia evitabile?  

“La mancanza di responsabilità la vediamo in tutto il mondo anche in Paesi più avanzati tecnologicamente del nostro, purtroppo”. “Ma questo non giustifica nulla. Anzi a fronte di queste tragedia deve stimolare e aumentare l’impegno di competenza, professionalità, prudenza e onestà nel fare le cose per il bene di tutti”.

La fede

“Il Signore non ci preserva dalle sventure, dalla morte, dalla sofferenza. Credere  in Gesù Cristo non è  essere messi al riparo da tutto questo, che fa parte intrinseca del cammino della vita e della condizione umana”. “La risposta che Dio ha dato a ciascuno di noi, l’ha data in Gesù Cristo che ha abbracciato la Croce nella vita come noi”. “ Quindi, più che perché permette queste tragedie, direi come Dio risponde a questa situazione di male e fragilità umana. Mettendosi dentro, incarnandosi in questo, condividendola con noi per portare le croci con noi”.

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15 agosto 2018, 14:46