ʱù: ucciso il padre gesuita Carlos Riudavet
Amedeo Lomonaco e Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Dolore e incredulità. E' quanto espime don Victor Hugo Miranda, portavoce della Conferenza episcopale del Perù, a Pope all'indomani dell'uccisione di padre Carlos Riudavets nella residenza del Collegio “Valentín Salegui”, a Yamakai-entsa, nella provincia di Bagua in Perù. Già la Compagnia di Gesù della provincia in una nota aveva confessato sconcerto confidando "nel fatto che le autorità possano chiarire le cause della sua morte e le circostanze che l’hanno provocata".
Il cadavere di padre Carlos Riudavets è stato rinvenuto ieri mattina, legato e con evidenti segni di violenza, dalla cuoca del Collegio dei gesuiti. Raccontando che le indagini sono iniziate nel massimo riserbo, don Victor sottolinea nell'intervista di Renato Martinez - anche l'incredulità delle persone che hanno amato tanto il gesuita ucciso e che lo stanno seguendo anche in queste ore:
R.-Siamo molto addolorati per questa notizia e stiamo sperando che le indagini servano a definire le ragioni di quanto accaduto e chi siano i responsabili. In realtà finora non abbiamo alcuna certezza, è tutto nelle mani della magistratura. Tante le ragioni possibili: questa è una zona molto complicata, con un alto tasso di povertà. Allo stesso tempo qui padre Carlos ha lavorato per 38 anni. Tra la notizia della morte e il modo in cui è avvenuta, è impressionante la reazione della gente. Tanti sono andati al Collegio per pregare e per accompagnare il feretro. Dal Collegio si deve attraversare il fiume e diverse barche lo hanno seguito lungo tutto il percorso a due ore di distanza fino a Bangua dove il corpo è stato portato per l'autopsia. Poi in molti lo hanno vegliato nella camera ardente perchè è una persona molto amata, apprezzata e rispettata.
Al servizio dei popoli indigeni
Padre Riudavets – ricorda l’agenzia Sir - si trovava da quasi quarant’anni nell’Amazzonia peruviana, dove si dedicava soprattutto all’attività educativa tra le famiglie delle comunità indigene. La rete ecclesiale panamazzonica “Repam” precisa che padre Riudavest è arrivato nel 1980 nella zona dell’Alto Marañon: il sacerdote “era molto caro ai cittadini della zona, soprattutto tra le comunità awajún y wampis”. Nella nota della Repam, si legge poi che “la vita di padre Carlos nella missione gesuita ci lascia una consegna, un impegno e una responsabilità. Un servizio di amore condiviso con i popoli nativi, con i quali hanno preso forma progetti per il futuro”.
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