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Nicaragua. Cardinale Brenes: basta con l’odio tra fratelli

Marco Guerra e Patricia Ynestrosa – Città del Vaticano

“La Chiesa nicaraguense sta portando avanti una campagna per promuovere l'amore tra fratelli e sorelle, tra i nicaraguensi”. In una conferenza stampa tenuta dopo la Messa della domenica, l'arcivescovo di Managua e presidente della Conferenza Episcopale del Nicaragua, cardinale Leopoldo Brenes, ha ribadito l’impegno della Chiesa a sostenere il dialogo e la riconciliazione, dopo i quattro mesi di proteste contro l’esecutivo sandinista di Daniel Ortega e Rosario Murillo e le rispettive azioni di repressione governativa che hanno causato oltre 450 morti, 2800 feriti e 400 arrestati per motivi politici.

Il lavoro nelle parrocchie

"Tutte queste situazioni creano tensioni e portano all'odio” ha detto il cardinale, riferendo che nelle diverse parrocchie si sta lavorando “per ottenere la guarigione del cuore, per liberarlo dall'odio”.

Tensioni in Costa Rica per rifugiati dal Nicaragua

Il porporato ha parlato anche della drammatica condizione dei nicaraguensi costretti a scappare in Paesi confinanti e che spesso trovano difficili condizioni di accoglienza se non aperta ostilità, ed ha definito “deplorevole” la manifestazione xenofoba che si è svolta sabato a Parque de La Merced, in Costa Rica. Il Ministero degli Affari Esteri e del Culto del Costa Rica ha riferito che negli ultimi tre mesi più di 1.000 nicaraguensi sono stati respinti lungo il confine e che la polizia di frontiera ha arrestato più di 20 trafficanti di persone.

Tuttavia, il cardinale Brennes ha fatto sapere che "grazie a Dio” ci sono molti episcopati del Costa Rica che aprono le porte ai nicaraguensi.

In fuga anche ministri della Chiesa

Le Nazioni Unite hanno recentemente stimato che circa 23mila nicaraguensi hanno tentato di ottenere lo status di rifugiati in Costa Rica dall'inizio della crisi in aprile. Anche catechisti e altri esponenti della Chiesa cattolica stanno fuggendo dal Nicaragua a causa delle persecuzioni del governo.

A tal proposto il presidente della Conferenza Episcopale del Nicaragua ha ricordato che i catechisti, delegati della parola e ministri straordinari della Chiesa in Nicaragua che sono partiti per il Costa devono identificarsi nelle parrocchie per potervi essere integrati. Nella località di Ciudad Quesada, vicina al confine con il Nicaragua, la diocesi locale "ha creato alcuni centri di rifugio e cliniche nel caso in cui arrivi un nicaraguense malato".

Scontro sulla Commissione per i diritti umani

Il porporato ha poi difeso il lavoro della Commissione interamericana per i diritti umani (CIDH) che nei giorni scorsi ha rilasciato una relazione in cui condanna le persecuzioni politiche governative. Le autorità del Nicaragua hanno definito il documento della CIDH come distorto e politicizzato. Dal canto suo il cardinale Brenes ha affermato che la CIDH è un organismo professionale, ha un riconoscimento internazionale, fa parte dell'OSA e non ritiene che produca relazioni false. L’arcivescovo di Managua ha quindi auspicato che le diverse commissioni che stanno indagando sulle violenze si riuniscano per confrontare i dati raccolti.

Chiesa sempre pronta a mediare

Infine, il Cardinale Brenes ha assicurato che l'episcopato è pronto a chiedere la prosecuzione del dialogo nazionale per superare la crisi del Paese, con la mediazione della Chiesa: "Quando le parti ci dicono che sono pronte a incontrarsi, noi siamo pronte a convocare un incontro".

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20 agosto 2018, 16:19