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I vescovi del Cile presentano la dichiarazione alla stampa I vescovi del Cile presentano la dichiarazione alla stampa  

Cile: decisioni e impegni della Conferenza episcopale sul dramma degli abusi sessuali

I vescovi hanno riconosciuto di aver fallito il loro dovere di pastori nei casi di abusi e chiedono perdono alle vittime. Iniziato un percorso per arrivare alla verità e al risarcimento delle vittime. Varate anche nuove disposizioni per laici e religiosi affinché non si ripetano nuovi casi di abuso

Marco Guerra – Città del Vaticano

Forte e importante dichiarazione dei vescovi cileni a conclusione dell’assemblea plenaria straordinaria svoltasi a Punta di Tralca (dal 30 luglio al 3 agosto) sullo scandalo degli abusi sessuali: riconosciamo con "umiltà che abbiamo fallito nei nostri doveri di pastori poiché non abbiamo saputo ascoltare, credere, partecipare o assistere le vittime di gravi peccati e ingiustizie commessi da sacerdoti e religiosi. A volte non abbiamo saputo reagire tempestivamente di fronte ai dolorosi abusi sessuali, di potere e di autorità e, pertanto, chiediamo perdono in primo luogo alle vittime e ai sopravvissuti".

Evitare la prescrizione dei reati

“I nostri errori o omissioni – prosegue la dichiarazione - hanno causato dolore e perplessità, hanno colpito la comunione ecclesiale e hanno impedito la conversione e minato la speranza”. I vescovi si impegnano quindi a raggiungere la verità, la giustizia e il risarcimento delle vittime, assicurando che saranno studiati i tempi di prescrizione legale dei reati per non permettere che il trascorrere del tempo impedisca la possibilità di punire i responsabili.

Collaborazione con la magistratura

Per fare questo verranno integrate le linee guida “Cura e speranza”, norme che regolano tutte le diocesi del Paese, con alcune decisioni annunciate durante l’assemblea plenaria straordinaria sul fronte della lotta agli abusi, come la piena disponibilità a collaborare con la Procura della Repubblica; l’informazione trasparente delle indagini sugli abusi; la rivelazione di qualsiasi precedente indagine sui presunti abusi sessuali; la pubblicazione on line dei nomi dei sacerdoti che hanno compiuto abusi con sentenza passata in giudicato civile e canonica. 

Donne a capo degli organismi contro gli abusi

Molto significative sono le nomine di due donne a capo di due importanti organismi: l’avvocato Ana María Celis Brunet è stata designata nuovo presidente del Consiglio nazionale per la prevenzione degli abusi e l'accompagnamento delle vittime: prima c'era un vescovo. Pilar Ramírez Rodríguez è stata invece nominata direttore esecutivo del  Dipartimento per la prevenzione degli abusi e per l’attuazione delle decisioni del Consiglio nazionale, che ha il potere di ricevere denunce contro gli abusi in conformità con le norme canoniche, una facoltà che non annulla o sopprime le istituzioni delle diocesi e degli istituti di vita consacrata.

Sei impegni per le vittime e la prevenzione

La dichiarazione elenca poi sei impegni. Tra questi la volontà di incontrare personalmente ed ascoltare ogni vittima di abusi da parte del clero, mettendo loro a disposizione le equipes di esperti create dalla Chiesa per aiutare a guarire le ferite; cercare comuni processi di riparazione basati sul riconoscimento, la verità e la giustizia; promuovere la formazione permanente del personale consacrato come strumento per la prevenzione degli abusi, occupandosi allo stesso tempo anche del personale addetto alla formazione; elaborare e implementare un protocollo di buona condotta che cercherà di consolidare relazioni basate sul rispetto e la dignità della persona negli ambienti parrocchiali, comunitari e educativi; promuovere un’autentica partecipazione dei laici alla vita della Chiesa, in particolare con la presenza di donne negli organismi decisionali, come chiesto da Papa Francesco. I presuli si impegnano infine a fare un’autocritica mirata sugli aspetti di fondo che nelle diocesi hanno consentito il verificarsi e perpetuarsi degli abusi nella Chiesa, allo scopo che questi fatti non si ripetano mai più.

Vicinanza a laici e religiosi scossi da questi fatti

I vescovi esprimono la loro vicinanza a tutti i laici, agli uomini e le donne religiosi, ai diaconi e ai sacerdoti che vivono lo sconvolgimento di questi gravi episodi e non hanno cessato di proclamare la loro fede in Cristo e di servire gli altri nella comunione della Chiesa. Infine, i presuli indicano come modello per un nuovo cammino la Vergine Maria "che, anche con la sofferenza per suo Figlio crocifisso, sapeva accompagnare i discepoli e ravvivare la speranza e la certezza che Cristo risorto è il centro della nostra vita e fonte della nostra missione".

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04 agosto 2018, 12:24