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Il card. Brenes Il card. Brenes 

Nicaragua. Card. Brenes: la Chiesa vuole continuare a mediare

Il Presidente Daniel Ortega ha dichiarato alla stampa internazionale che intende proseguire il dialogo. Ieri il card. Leopoldo Brenes, si è detto felice se c’è la volontà del governo di proseguire il negoziato. Il ringraziamento per le preghiere e la solidarietà della Chiesa nel mondo, per i fedeli del Nicaragua

Patricia Ynestroza – Città del Vaticano

Ieri nel corso di una conferenza stampa a Managua, un giornalista ha chiesto ieri al card. Brenes se il Presidente Ortega avesse risposto per iscritto alla lettera che la Chiesa gli aveva inviato un mese fa, chiedendogli se volesse ancora avere la Chiesa come mediatrice nel processo di pace. “Non ancora - ha detto il porporato -. Vogliono mantenere viva quella fiamma, come è accaduto negli anni '80, quando l’allora card. Miguel Obando Bravo, che a quel tempo presiedeva la Commissione, aveva l’impressione che il dialogo si stesse interrompendo, poi riprendeva improvvisamente. Se non c'è la cultura del dialogo, tutto è più difficile - ha detto il porporato - ma contiamo di rimanere nella nostra posizione di mediatori finché lo Spirito del Signore ce lo concederà”.

Il cardinale ha chiesto di abbassare i toni

“Quindi, sapere che Ortega vuole continuare il dialogo – ha osservato il card. Brenes - è una luce di speranza. E dobbiamo approfittarne”. L’arcivescovo di Managua ha poi ribadito che “ognuno di noi deve seminare il nostro chicco di grano per farlo crescere. Inoltre, la speranza è l'ultima cosa che muore. Nella sua omelia nel corso della Messa celebrata ieri, il cardinale ha chiesto di “essere tutti missionari di speranza, prima di tutto abbassando il tono delle parole forti, per mediare, per poter raggiungere la pace e per contrastare questa violenza”.

Il porporato ha difeso i medici accusati di aver curato i manifestanti

Uno dei giornalisti poi ha ricordato al cardinale che molti medici ospedalieri vengono licenziati per aver assistito i feriti e i cosiddetti studenti ‘auto-convocati’. Il cardinale ha espresso la sua tristezza “perché - ha detto - questo è un servizio che i medici fanno sotto giuramento professione, che li chiama a curare coloro che ne hanno bisogno. E così ha fatto la Chiesa quando i sacerdoti negli anni ’80, hanno accolto la gente, hanno assistito molti giovani. Anche io, nel 1984, quando ero appena tornato da Roma, ed ero parroco nella parrocchia dell'Immacolata Concezione, ho dovuto sostenere alcuni giovani che fuggivano dal servizio militare; li accoglievo nella parrocchia, perché avvertivano il pericolo. La stessa cosa accadde nel 1985 nella parrocchia di San Pio X, quando i loro genitori non volevano che i loro figli facessero il servizio militare, perché spesso venivano uccisi negli scontri”.

La risposta contro le calunnie ai sacerdoti di Jinotepe

“La Chiesa ha sempre svolto un'azione umanitaria, senza alcun interesse personale. In questi tre mesi abbiamo sostenuto indistintamente molte persone”. Il card. Brenes ha anche ricordato la calunnia fatta ai sacerdoti di Jinotepe, accusati di aver picchiato gli agenti di polizia. “Al contrario, sono andati a salvare i giovani quando sono stati attaccati violentemente dagli agenti. Sono stati portati in parrocchia, nutriti e curati fino a quando non sono andati a prenderli. La Chiesa – ha concluso il porporato - non fa alcuna differenza, così come i medici”.

Il ringraziamento per la solidarietà della Chiesa universale per i fedeli del Nicaragua

Infine il card. Brenes ha voluto ringraziare, a nome di tutto il popolo cattolico del Nicaragua, i vescovi dell’America Latina e del Caribe, e tutti i vescovi di Stati Uniti, Canada, Europa, e molte diocesi del mondo che ieri e durante la scorsa settimana, hanno offerto le celebrazioni eucaristiche per la Chiesa del Nicaragua”. “Si tratta – ha aggiunto il porporato – di un gesto molto bello. Migliaia di vescovi e sacerdoti e milioni di laici stanno pregando per la nostra patria”. Il card. Brenes ha anche voluto ringraziare i fedeli laici della Chiesa cattolica e i molti membri di altre Chiese sorelle che sabato hanno partecipato a Managua alla marcia di solidarietà con i vescovi e con la Chiesa del Nicaragua di fronte agli attacchi subiti in queste settimane di dura repressione governativa.

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30 luglio 2018, 14:09