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Addis Abeba: Assemblea Plenaria di Amecea Addis Abeba: Assemblea Plenaria di Amecea 

Assemblea Amecea: le sfide della Chiesa in Africa orientale

Ad Addis Abeba continuano i lavori della 19.ma Plenaria delle Conferenze Episcopali dell’Africa Orientale (Amecea). Gli interventi dei delegati e l’intervista a mons. Franzelli vescovo in Uganda che affronta i temi dell’unità e della pace nella regione

Roberto Piermarini - Città del Vaticano

“Riflettiamo su ciò che è abbiamo in comune e su ciò che possiamo fare insieme per costruire una Chiesa forte nella nostra regione” ha esortato padre Ferdinand Lugonzo, Segretario Generale dell’Amecea nel suo intervento alla 19.ma Assemblea plenaria dell’associazione che riunisce le Conferenze Episcopali dell’Africa Orientale. Padre Lugonzo – riporta l’Agenzia Fides - ha ricordato che l’Amecea è stata la prima associazione del genere ad essere costituto al mondo. La prima Assemblea Plenaria dell'Amecea si è si infatti volta a Dar es Salaam, Tanzania, nel 1961. In quella occasione i vescovi hanno fissato sette obiettivi che sono tuttora validi, ha sottolineato padre Lugonzo, ricordando che la filosofia originale dell’associazione è pensare globalmente e agire localmente.

Chiesa e media

“Dopo aver riflettuto sui sette punti in agenda occorre delineare una strategia a lungo termine per la Chiesa in Africa” ha rimarcato il Segretario generale dell’Amecea.
Il primo punto concerne la Chiesa e i media. All’Assemblea è in discussione l'istituzione di una televisione regionale, di una stazione radio e di una tipografia per promuovere l'evangelizzazione nella regione. Altri punti all’ordine del giorno sono la formazione spirituale dei sacerdoti diocesani, la necessità di un centro per il rinnovamento pastorale e la formazione permanente, la possibile creazione di un'università regionale, l’adozione di programmi per l’autosufficienza, il futuro delle scuole cattoliche e dell'educazione cattolica, nonché le tematiche su giustizia e pace nella regione.

Il ruolo delle piccole comunità cristiane, dei laici e delle donne

Nel suo intervento mons. Telesphore George Mpundu, arcivescovo emerito di Lusaka, in Zambia, - riporta la Fides - ha ricordato il ruolo delle piccole comunità cristiane che hanno avuto origine nella Repubblica Democratica del Congo per poi estendersi agli altri Stati dell’Amecea. Mons. Mpundu ha anche esortato i vescovi a mostrare interesse l'un l'altro a livello nazionale, regionale e globale attuando una strategia a lungo termine per l’evangelizzazione e per coinvolgere maggiormente i laici nelle attività della Chiesa. "Dobbiamo anche riflettere attentamente su come sostenere le donne che svolgono un ruolo importante nello sviluppo della Chiesa" ha infine sottolineato.

In Africa la diversità non è vissuta come un dono ma è causa di tensioni

Il vescovo della diocesi di Lira in Uganda, mons. Giuseppe Franzelli, al microfono del nostro inviato ad Addis Abeba padre Paul Samasumo, commenta il tema dell’Assemblea: “La vivace diversità, uguale dignità e pacifica unità in Dio” sostenendo che la diversità in Africa orientale è si molto vivace ma non è vissuta come un dono e spesso è causa di divisioni, di tensioni e blocca qualsiasi sviluppo reale. “Tutti devono avere uguale dignità – afferma mons. Franzelli – soprattutto gli ultimi, quelli che nella società non contano. La Chiesa deve favorire quindi una unità nella pace. Esistono in questa regione dell’Africa orientale delle forti tensioni su base etnica e culturale che minano alla base il cammino di queste nazioni che devono ancora trovare una forte identità comune”.

La pace tra Etiopia ed Eritrea un segno di speranza

Il presule ha poi voluto sottolineare che la ripresa del dialogo tra Etiopia ed Eritrea che si sta sviluppando in questi giorni mentre è in corso l’Assemblea Amecea ad Addis Abeba, è un segno di speranza per tutta l’Africa.

Costruire una pace ed una unità vera e duratura

Mons. Franzelli ha poi affrontato le problematiche della sua diocesi ugandese di Lira che per oltre 20 anni è stata teatro delle violenze dei ribelli dell’Esercito di Liberazione del Signore che ha lasciato tante ferite e tanti traumi e che pian piano si sta ricostruendo. “Ma nella ricostruzione materiale e morale – afferma il vescovo – non può guadagnarci solo un gruppo. E chi pensa agli orfani, alle vedove, ai malati di Aids? C’è un grosso lavoro da fare come Chiesa per costruire una pace ed una unità vera e duratura. In Uganda purtroppo a livello politico, molto spesso quando si dimentica Dio, il mio interesse politico diventa il mio clan, la mia famiglia, il mio partito. Quindi la Chiesa deve fare un grosso lavoro e sicuramente questa Assemblea dell’Amecea, grazie alla preghiera lo favorirà”.

Ascolta l'intervista a mons. Franzelli

 

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17 luglio 2018, 13:12