Mons. Paglia: curare la vita in ogni istante è responsabilità di tutti
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Uguali alla nascita? Una responsabilità globale”: è il tema della 24.ma Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita che si apre lunedì pomeriggio in Vaticano. Tre giorni di discussione sulla Bioetica Globale e le prospettive verso uno sviluppo sostenibile, ma anche sul ruolo che deve svolgere l’educazione in questo campo.
Curare la vita in tutte le sue forme
Nell’intervista a Pope, mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, sottolinea come oggi parlare di vita significhi “esplorare la vita umana in tutte le sue condizioni”. “Il tema - Uguali alla nascita? Una responsabilità globale – chiama in causa molti fattori. Per noi l’Enciclica Laudato si’ è una stella polare e ci indica la strada per arrivare ad un obiettivo che oggi rappresenta una vera e propria urgenza: l’unità del genere umano”. (Ascolta l'intervista a mons. Paglia sull'Assemblea della Pontificia Accademia per la Vita)
Attenzione all’eugenetica in guanti bianchi
Molti i focus previsti, particolarmente interessanti quelli che riguardano la salute materna e infantile, ma anche l’evoluzione delle tecniche di diagnosi prenatale alle quali spesso si ricorre per decidere se portare avanti una gravidanza. Mons. Paglia ricorda però che queste indagini possono aiutare soprattutto per tutelare il feto, accudirlo, aiutarlo a venire alla luce. “Il tema dell’uguaglianza deve riguardare la vita in ogni suo aspetto – afferma il presidente della Pontificia Accademia – in molte parti del mondo la tutela della madre, del bambino e del piccolo non è garantita. E’ necessario ribadire che la bioetica globale è la cura in senso più ampio”. “Attenzione a quello che ha detto il Papa – spiega ancora mons. Paglia – all’allarme sull’eugenetica in guanti bianchi”.
Le sfide della Pontificia Accademia per la Vita
“Oggi si stanno facendo passi da gigante nella scienza, pensiamo alla manipolazione genetica, all’intelligenza artificiale, ma la cultura etica e politica è indietro. L’Accademia deve avere una nuova velocità – conclude mons. Paglia – perché si colmi il gap che c’è tra la tecnica e l’umanesimo”.
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