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Don Ivan Maffeis, direttore Ufficio Comunicazioni Sociali CEI Don Ivan Maffeis, direttore Ufficio Comunicazioni Sociali CEI 

Maffeis: Papa chiede a giornalisti di essere custodi delle notizie

Alla vigilia della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il direttore dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI, don Ivan Maffeis, si sofferma sul Messaggio di Francesco per l'occasione sul binomio veritĂ  e giornalismo di pace

Alessandro Gisotti - Città del Vaticano

Essere “custodi delle notizie” per dare vita ad un giornalismo davvero attento alle persone. E’ questo per don Ivan Maffeis il cuore del Messaggio di Papa Francesco per la 52.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra questa domenica sul tema “La verità vi farà liberi: Fake news e giornalismo di pace”. In questa intervista con Pope il direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Conferenza episcopale italiana si sofferma anche su , il nuovo portale di informazione della Chiesa italiana. Una realtà, evidenzia, che vuole proprio rispondere alla volontà di riforma impressa da Papa Francesco anche nella comunicazione ecclesiale.

Il Papa mette al centro della Giornata delle Comunicazioni Sociali il tema della verità nell’informazione. Come raccogliere questa sfida della verità che poi in fondo è al cuore della professione dei comunicatori?

R. - Il richiamo è sicuramente ai giornalisti, perché sappiano distinguere tra quella che è la rappresentazione e quella che è la realtà, perché sappiano stare sui fatti più che sulle opinioni e sappiano aiutare chi legge, chi ascolta, a distinguere le credenze dai fatti. A me piace molto che il Papa ci aiuti anche a capire che la verità di cui parla soprattutto l’esperienza cristiana non si risolve in una realtà concettuale. E nemmeno in quel portare alla luce cose oscure. Sicuramente la verità è anche questo. Ma la verità, dice il Papa, ha a che fare con ciò su cui possiamo appoggiarci: ha a che fare con l’affidabilità, con la fedeltà. Ha a che fare con qualcuno che ci voglia bene! E’ evidente che nell’esperienza credente questo rimanda a Dio, a Gesù Cristo. Ma anche nella vita di tutti, anche al di là, quindi, perfino dell’essere credenti o meno, la verità ha a che fare con delle relazioni sane, con delle relazioni oneste, con delle relazioni che mettono il cuore.

 

Significativamente, nel Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali Francesco lega il tema della verità a quello del giornalismo di pace. Quale tipo di ispirazione e di suggestione le dà questo legare la verità e la pace?

R. - Colpisce perché il Papa è portatore di uno sguardo fiducioso. In questo rumore, in cui tante volte la comunicazione ci pone, il Papa - e con lui il Magistero della Chiesa -crede nella possibilità dell’uomo di raccontare la propria esperienza, di raccontare il mondo, di raccontarlo con verità, e in questo modo anche di contribuire a costruire la memoria e la comprensione degli eventi. Legare verità e pace è - soprattutto per chi svolge la professione di giornalisti - dice il Papa, sentirsi “custodi delle notizie”: quel custode che diventa anche responsabile di ciò che gli è affidato. E quindi non è tanto preoccupato - e torno con parole del Papa - della velocità con la quale dare le notizie, non è preoccupato semplicemente dell’audience che queste notizie possono ottenere, ma è attento alle persone. Allora, diventa un giornalismo di pace, quello che sa comprendersi a servizio anche di quanti non hanno voce, sa porsi alla ricerca delle cause reali che tante volte sono dietro ai conflitti. Sa far capire, sa entrare nelle cause, nei contesti e in questo modo aiuta probabilmente a costruire percorsi di pace.

“Il giornalista non sia preoccupato dell'audience ma piuttosto attento alle persone”

In questi giorni è nato CEINews, il nuovo portale di informazione della Chiesa italiana. Come si pone questa iniziativa rispetto ai pronunciamenti, al Magistero del Papa, sulla comunicazione?

R. - Il Papa più volte – penso al Motu Proprio con cui ha istituito la Segreteria per la Comunicazione – richiama come, in questo contesto comunicativo, una delle opportunità, una delle necessità da avviare sia proprio quella di una sinergia e di una gestione unitaria. Le piattaforme digitali ci danno la possibilità, ormai, di far interagire audio, video, testi. Sta a noi avere a cuore, avere un orizzonte vero, avere una cultura dell’integrazione e della gestione unitaria. CEINews nasce proprio per fare sistema dei media che sono di proprietà della Conferenza episcopale italiana. Fare in modo che Avvenire, Tv2000 e l’agenzia Sir e il circuito radiofonico InBlu possano accostare - come già fanno - determinati temi, argomenti legati all’attualità, al dibattito pubblico, e trovare in questo portale un’integrazione, dei percorsi di approfondimento in modo tale che chi naviga in Rete possa non semplicemente trovare la singola notizia - dal giornale o dall’agenzia - ma quello che i diversi media hanno messo in campo per approfondirla, per far capire, per andare oltre la notizia.

Ascolta e scarica l'intervista a don Ivan Maffeis

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12 maggio 2018, 08:38