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Un monastero costruito sulla roccia Un monastero costruito sulla roccia 

Case religiose per turisti. Un modo diverso di andare in vacanza

Sono circa 123 mila i posti letto che in tutta Italia sono messi a disposizione da case religiose per trascorrere una vacanza diversa, non solo di riposo ma con un’attenzione diversa al corpo e allo spirito

Salvatore Tropea – Città del Vaticano

Le case religiose in Italia offrono per l’estate ai turisti circa 123 mila posti letto in 1600 strutture. Un modo diverso e non standard di passare le vacanze, soprattutto per chi cerca un clima di serenità e con la giusta attenzione sia al corpo che allo spirito. Nelle strutture gestite direttamente da religiosi (o di loro proprietà) sono comprese anche case per ferie, residenze, colonie, eremi, foresterie, case parrocchiali, ostelli e case alpine.

Conventi chiusi, un mito da sfatare

Con l’apertura di queste strutture viene sfatata la convinzione di conventi e monasteri chiusi in se stessi, come spiega a Pope Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana (Ori). “Queste realtà – afferma – sono sempre più aperte all’esterno, sia per ritiri spirituali, celebrazioni e liturgie, ma anche per l’accoglienza di pellegrini e turisti”. In particolare sono delle strutture aperte al “turista che cerca un’esperienza diversa da quella solita e commerciale”.

Maggiore attenzione alle persone

Una delle differenze più significative rispetto al turismo tradizionale è quella di una “maggiore attenzione che viene data alla cura del corpo e dello spirito”. Solitamente, spiega Fabio Rocchi, in vacanza “si va per riposarsi e basta”, in questi casi, invece, “si vive un’esperienza vera e propria e quindi non si va a fare una semplice vacanza in un luogo, ma si va a vivere”.

Diffusione in tutta Italia

Queste strutture sono diffuse in tutte le venti regioni italiane e per tutte le necessità di vacanza: mare, montagna, laghi, natura e città d’arte. Inoltre, come racconta il presidente della Ori, ci sono tipologie di tutti i tipi: “dal convento al monastero, fino agli istituti religiosi”. Alcune strutture sono gestite direttamente dalle parrocchie o dalle realtà religiose, mentre altre sono date in gestione e questo fa sì che si possano offrire posti e opportunità di lavoro. Un’altra peculiarità è data “dall’esclusività e dalla bellezza di alcuni luoghi, che si trovano in posti storici o importanti dal punti di vista artistico o architettonico”. Inoltre offrono al turista dei prezzi minori rispetto agli standard commerciali.

Un sostegno per missioni e carità

L’obiettivo dei proventi – come precisa Fabio Rocchi – è ben chiaro, ovvero “sostenere le attività caritatevoli e missionarie che parrocchie e ordini religiosi svolgono sia in Italia che nel Terzo Mondo”. Un connubio, quindi, tra accoglienza e impegno, che fa diventare la vacanza anche un atto di generosità e solidarietà.

Ascolta l'intervista a Fabio Rocchi

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09 maggio 2018, 12:31