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Memoria di San Giorgio, onomastico del Papa: auguri da tutto il mondo

Jorge Mario Bergoglio oggi festeggia il suo onomastico. Porta il nome del santo che, secondo la leggenda, ha ucciso il drago, simbolo di satana

Sergio Centofanti – Città del Vaticano

Oggi, 23 aprile, la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Giorgio, onomastico del Papa, Jorge Mario Bergoglio. Auguri gli stanno giungendo in queste ore da tutto il mondo.

La lotta di San Giorgio contro il drago

Nato in Cappadocia, ufficiale dell’esercito di Diocleziano, San Giorgio muore martire nel 303, tra atroci torture, per non aver rinnegato la fede durante le persecuzioni anticristiane scatenate dall’imperatore romano. Celebre l’episodio leggendario in cui, protetto dalla Croce, uccide il drago che divorava le persone: simbolo della fede che trionfa sul male.

Le riflessioni del Papa sulla lotta contro il male

La preghiera del Padre nostro termina con questa invocazione: liberaci dal male. In realtà, spiega Francesco, il male non è qualcosa di astratto, è una persona: satana. Il Papa cita spesso nelle sue omelie e nei suoi discorsi il diavolo. “La vita di Gesù è stata una lotta - ha detto nella - Lui è venuto a vincere il male, a vincere il principe di questo mondo, a vincere il demonio”. E’ una lotta che deve affrontare ogni cristiano. E chi vuole seguire Gesù deve “conoscere bene questa verità”.

La lotta contro le tentazioni

“Noi siamo oggetto dell’attacco del demonio - aveva aggiunto il Papa - perché lo spirito del Male non vuole la nostra santità, non vuole la testimonianza cristiana, non vuole che noi siamo discepoli di Gesù. E come fa lo spirito del Male per allontanarci dalla strada di Gesù con la sua tentazione? La tentazione del demonio ha tre caratteristiche e noi dobbiamo conoscerle per non cadere nelle trappole. Come fa il demonio per allontanarci dalla strada di Gesù? La tentazione incomincia lievemente, ma cresce: sempre cresce. Secondo, cresce e contagia un altro, si trasmette ad un altro, cerca di essere comunitaria. E alla fine, per tranquillizzare l’anima, si giustifica. Cresce, contagia e si giustifica”.

Non dobbiamo essere ingenui

Il Papa prosegue: “Qualcuno di voi, forse, non so, può dire: ‘Ma Padre, che antico è lei: parlare del diavolo nel secolo XXI!’. Ma guardate che il diavolo c’è! Il diavolo c’è. Anche nel secolo XXI! E non dobbiamo essere ingenui, eh? Dobbiamo imparare dal Vangelo come si fa la lotta contro di lui”.

L’attacco all’unità della Chiesa

La parola “diavolo” deriva dal greco “dia-bolos”, è “colui che divide”. Satana vuole dividere da Dio, vuole separare i fratelli, attacca l’unità della Chiesa. “L’autodistruzione o il fuoco dei commilitoni - afferma Papa Francesco - è il pericolo più subdolo. E’ il male che colpisce dal di dentro; e, come dice Cristo, ogni regno diviso in se stesso va in rovina” (). Il diavolo cerca di distruggere la Chiesa. La sua “è una guerra sporca” e “noi ingenui stiamo al suo gioco” (). “Il diavolo cerca di creare la guerra interna, una sorta di guerra civile e spirituale. Una guerra che non si fa con le armi, che noi conosciamo: si fa con la lingua” (Omelia per la Gendarmeria Vaticana, 28 settembre 2013).

Non cedere mai allo scoraggiamento: la nostra gioia è Gesù

Questa l’esortazione di Francesco: “Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno; non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare” (). “La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù!” ().

La lotta cristiana è vincere il male con il bene

San Giorgio ha sconfitto il drago, simbolo di una vittoria della fede che ha delle modalità precise. Il Papa ne indica alcune con l’invito “a non creare muri ma ponti, a non ricambiare il male col male, a vincere il male con il bene, l’offesa con il perdono – il cristiano mai può dire: me la pagherai!, mai; questo non è un gesto cristiano; l’offesa si vince con il perdono – a vivere in pace con tutti. Questa è la Chiesa! E questo è ciò che opera la speranza cristiana, quando assume i lineamenti forti e al tempo stesso teneri dell’amore. L’amore è forte e tenero. E’ bello” ().

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23 aprile 2018, 06:00