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Appello della Chiesa Usa per salvare la vita di due condannati a morte

Tre giorni allo scadere di due esecuzioni capitali nelle carceri del Texas e della Florida. Appello di Catholic Mobilizing e Comunità di Sant’Egidio per scongiurare l’uccisione dei due detenuti. Già tre le condanne eseguite negli Stati Uniti nel 2018

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

La vita di Thomas Whitaker ed Eric Branc, condannati a morte in Texas e in Florida, cesserà il 22 febbraio. Saranno la quarta e quinta esecuzione del 2018, negli Stati Uniti, l’unico Paese nel continente americano, da nove anni ormai, ad eseguire condanne capitali, ben 20 lo scorso anno.

Usa al 6° posto nella classifica delle esecuzioni

Gli Usa sono infatti al sesto posto nella lista ‘nera’ degli Stati che ancora applicano la pena di morte: a guidare la classifica è la Cina, seguita da Iran, Arabia Saudita, Pakistan ed Iraq. Circa 600 i detenuti nel mondo uccisi per legge nel 2017, dati che non comprendono però le migliaia - si stima - di esecuzioni avvenute in Cina, che sono secretate da Pechino.

104 Paesi liberi dalla pena capitale

Ad oggi sono 104 i Paesi nel mondo intero che hanno abolito la pena di morte dai loro ordinamenti, altri 30 sono abolizionisti di fatto e 7  l’hanno mantenuta per reati eccezionali. 57 Stati mantengono in vigore la pena di morte ma meno di 30 la applicano.

Chiesa in prima linea contro condanne a morte

Per evitare la morte di Whitaker e Branc si è mobilitata la Chiesa statunitense - in prima linea nella battaglia in difesa della vita di ogni persona - tramite  appelli che sono stati lanciati da Catholic Mobilizing, sostenuta in Italia dalla Comunità di Sant’Egidio, di cui si fa portavoce Carlo Santoro, coordinatore della Campagna abolizionista della pena capitale negli Usa.

Avanza nella pubblica opinione il fronte abolizionista

Ma a che punto è il dibattito nell’opinione pubblica americana? Spiega Santoro che sono ancora 32 gli Stati Usa che hanno mantenuto la pena di morte, mentre 18 l’hanno abolita o non l’applicano, ma sembra comunque avanzare il fronte abolizionista. “Innanzitutto, va detto che negli ultimi anni c’è stata un’enorme flessione delle condanne a morte. Addirittura un anno fa, nel Texas, che è uno degli Stati in cui ci sono più esecuzioni, c’è stato proprio un blocco delle condanne a morte, anche se non codificato. La pena di morte sta dunque retrocedendo e anche le esecuzioni sono decisamente in calo”.

Argomento di dibattito politico

“Chiaramente, - aggiunge Santoro - la pena di morte è un fatto politico, per cui spesso è utilizzata come un tema elettorale dai governatori. Questo fa sì che ci siano stati non dei passi indietro, ma comunque delle situazioni di stallo: uno dei casi più eclatanti è stato quello della California, che, dopo molti anni di moratoria, ha votato contro l’abolizione della pena di morte quasi due anni fa. Spesso ci sono dei tentativi da parte dei che parlamenti degli Stati di reintrodurla, ma in realtà non ci si riesce. Sappiamo invece che, per esempio nello Stato di Washington, c’è un tentativo molto serio, entro uno o due mesi, di abolire la pena di morte”.

Pena ingiusta e inutile per combattere il crimine

“E questo è importante, - sottolinea Santoro - perché è il segnale che l’opinione pubblica americana sta cominciando a comprendere quanto la pena di morte sia ingiusta e inutile: un inutile nuovo omicidio da parte dello Stato, che non riesce comunque a ridurre il crimine. Lo Stato, uccidendo, poi si pone nello stesso piano di chi uccide”.

Uno strumento razzista

 “La gran parte delle condanne a morte in questi ultimi anni, - rivela ancora Santoro - è stata inflitta da giurie, come ad esempio in Florida o in Texas, in una sola contea; e questo non perché lì ci sia una concentrazione di criminali, ma semplicemente perché si tratta di zone in cui le giurie sono spesso espressione di sentimenti razzisti e quindi utilizzano lo strumento della pena di morte contro alcune minoranze, come i neri o i messicani. Ma la pubblica opinione comincia a capire che non può essere accettabile questo strumento utilizzato a fini razzisti.

ascolta e scarica l'intervista a Carlo Santoro

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19 febbraio 2018, 14:12