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Card. O'Malley con Papa Francesco Card. O'Malley con Papa Francesco  

Card O’Malley: Papa riconosce errori di chi nella Chiesa ha commesso abusi

In una nota pubblicata sul sito “Boston Catholic”, il cardinale Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ha ribadito l’impegno del Pontefice nei confronti delle vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero.

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Nella , il cardinale Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston, torna sul tema della lotta agli abusi sessuali nella Chiesa. 

Il Papa conosce il devastante impatto degli abusi sulle vittime

“E’ comprensibile - si legge nella nota - che le affermazioni che Papa Francesco ha fatto a Santiago, in Cile, siano state fonte di grande dolore per le persone che hanno subito abusi sessuali da parte di elementi del clero o di qualsiasi altro colpevole”. Il porporato ricorda che espressioni come: “se non puoi dimostrare le tue accuse, non puoi essere creduto”, fanno sentire abbandonate chi ha subito “riprovevoli violazioni criminali della loro dignità e relegano le vittime in un esilio di discredito”. “Non essendo stato personalmente coinvolto nelle situazioni che sono state l’oggetto dell’intervista – spiega il cardinale O’Malley -  non so dire per quale ragione il Santo Padre abbia scelto i termini specifici che ha usato in quell’occasione. Quello che però so è che Papa Francesco riconosce pienamente gli enormi errori della Chiesa e del suo clero che ha abusato di bambini, e il devastante impatto che questi crimini hanno avuto sulle vittime e sui loro familiari”.

Tolleranza zero nella Chiesa

“Ho accompagnato il Santo Padre in molti dei suoi incontri con le vittime, e ho potuto constatare il suo dolore nel prendere coscienza della profondità e dell’ampiezza delle ferite inflitte a chi aveva subito abusi, e nel constatare che il processo di guarigione può richiedere una vita intera”. “Le affermazioni del Papa – si legge ancora nella nota - sono che non c’è posto nella Chiesa per chi abusa dei bambini e che dobbiamo adottare la tolleranza zero, perché questi crimini sono reali e combatterli è il suo impegno”.

Continuiamo nel lavoro di guarigione delle vittime

“Le mie preghiere e la mia pena saranno sempre con le vittime e con i loro familiari. Non potremo mai annullare le sofferenze che hanno vissuto, né pienamente curare il loro dolore. In alcuni casi dobbiamo accettare che perfino il nostro sforzo di offrire assistenza sia motivo di angoscia per le vittime, e che dobbiamo pregare per loro in silenzio mentre offriamo loro il nostro sostegno come risposta del nostro dovere morale. Personalmente, continuo nel mio lavoro per la guarigione di tutti coloro che sono stati così gravemente feriti e per la vigilanza nell’impegno di garantire la tutela dei bambini nella comunità della Chiesa, in modo che questi crimini non accadano mai più”.

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20 gennaio 2018, 21:04