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Il Papa con i migranti Il Papa con i migranti 

Migranti, Scalabriniane: mettere in pratica le linee indicate dal Papa

"L'Europa è responsabile del grido d'aiuto che arriva dall'Africa". E' il momento di impegnarsi secondo le azioni suggerite dal Papa nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace: accogliere, proteggere, promuovere e integrare migranti e rifugiati. Lo scrivono le suore Scalabriniane che fin dalla fondazione della loro Congregazione si occupano di migranti.

Adriana Masotti - Città del Vaticano

La Giornata Mondiale della Pace, celebrata ieri, ha avuto al centro il tema dei migranti: “uomini e donne in cerca di pace”, secondo la definizione di Francesco. “Per favore, non spegniamo la speranza nel loro cuore; non soffochiamo le loro aspettative di pace!”, ha detto ieri all’Angelus richiamando istituzioni civili, realtà educative, assistenziali ed ecclesiali,  ad impegnarsi a favore di rifugiati e migranti. Il Papa ha parlato della necessità di “operare con generosità per realizzare un mondo più solidale e accogliente”.

 

La gioia e la riflessione delle Scalabriniane 

L’invito di Francesco è pressante, eppure non tutti si sentono chiamati ad una risposta positiva. Anzi in Europa, molte nazioni hanno alzato muri di fronte a chi arriva da lontano, rischiando perfino la vita, in cerca di una nuova possibilità. Particolarmente grate al Papa le suore Scalabriniane che da sempre si occupano di migranti. Suor Etra Modica, Consigliera generale della Congregazione, lo conferma dicendo che dalle parole del Papa hanno ricavato sostegno, conferma del proprio carisma e sprone a rivedere quanto già stanno facendo per rinnovare e migliorare il loro operato.

 

Le responsabilità dell'Europa nei confronti dell'Africa

In un comunicato stampa diramato dalla Congregazione, le religiose scrivono che “L'Europa è direttamente responsabile del grido d'aiuto che sta venendo dai cittadini africani” e che questo “è il momento giusto in cui i singoli confini nazionali si abbattano, sia in Europa sia in Africa, e si inizino a mettere in pratica i verbi suggeriti da Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere  e integrare i migranti e i rifugiati”.  
"Noi, afferma suor Etra, abbiamo sottratto loro e stiamo continuando a sottrarre ai migranti e alle nazioni a cui appartengono i rifugiati - con guerre, persecuzioni a vari livelli, vendendo bombe e armi nostre … - stiamo togliendo loro quello che è un loro diritto: il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro, il diritto alla casa, il diritto alle famiglie… Quindi siamo responsabili in questo senso. Poi ciascuno di noi - ogni singola persona, ogni cittadino - con le nostre resistenze e con le nostre chiusure, impediamo, sottraiamo, rubiamo e non permettiamo quello a cui loro hanno diritto. Questo comunicato nasce anche da questo senso di esame di coscienza che noi stiamo facendo come cittadine…".

 

Le azioni sottolineate dal Papa mettono al centro la persona umana

Oltre 250 milioni i migranti nel mondo, dei quali 22 milioni e mezzo sono rifugiati. Ma possono i quattro verbi indicati dal Papa nel suo Messaggio per la Giornata, essere passi concreti da compiere per avere società più fraterne e più sicure?  “Sì, risponde suor Etra, sono verbi che partono da una visione ben precisa che il Santo Padre ha, e sono processi che possono mettersi in moto ai diversi livelli. Verbi che comunque richiamano la centralità della persona umana. Verbi che includono anche processi che non sono soltanto univoci, ma sono tutti processi bilaterali perchè riguardano chi accoglie, ma anche chi è accolto. Penso che sono verbi che conducono a ricreare questa fraternità universale che in questo momento è ferita fortemente, azioni che ci aiutano anche a spegnere questa miccia dell’intolleranza che sta circolando fortemente e possono diventare vere politiche migratorie.

 

L'impegno delle religiose per un mondo dove si possa vivere la fratellanza universale

Vario il panorama delle iniziative messe in campo dalle suore Scalabriniane: dallo studio e la ricerca alla sensibilizzazione, dall’assistenza presso i centri di accoglienza e alle frontiere di passaggio all’accompagnamento di chi decide di rientrare in patria, dalla proposta di prassi per vincere la tendenza alla chiusura e all’intolleranza ad azioni che rafforzino una visione del mondo basata sulla fratellanza universale.

Ascolta l'intervista integrale a suor Etra Modica

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02 gennaio 2018, 11:34