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Parenti delle vittime dell'era Fujimori Parenti delle vittime dell'era Fujimori 

Grazia all’ex presidente Fujimori: i vescovi del ʱù, rischio destabilizzazione

I vescovi di Chimbote e Chiclayo: più efficace la richiesta di perdono per le grandi ingiustizie commesse

Sconforto e delusione, che si sommano alla confusione politica: è il clima che regna in Perù dopo che, alla vigilia di Natale, il presidente Pedro Pablo Kuczynski ha dato notizia dell’indulto all’ex-presidente Alberto Fujimori, condannato e in carcere per "crimini contro l'umanità".

 

Il sostegno a Kuczynski

Il presidente Kuczynski era appena riuscito ad avere il sostegno del Congresso per continuare il mandato presidenziale, dopo essere stato accusato di corruzione ed incapacità morale dall'opposizione, guidata proprio dai figli di Fujimori. Dinanzi alle minacce di manifestazioni e proteste, la Conferenza episcopale aveva chiesto di evitare la violenza e "pensare al bene comune e alla democrazia", condannando comunque la corruzione.

 

Le proteste di piazza

La notizia dell'indulto a Fujimori sta provocando numerose reazioni nell'opinione pubblica e fra i leader politici, con manifestazioni di piazza e mobilitazioni. "No alla grazia", hanno urlato i dimostranti il giorno di Natale, cercando di raggiungere l'ospedale dove Fujimori è ricoverato dal 23 dicembre. A sedare le proteste è intervenuta la polizia. Fujimori, 79 anni, è stato graziato in ragione delle precarie condizioni di salute, dopo la condanna nel 2009 a 25 anni di carcere per crimini contro l'umanità.

 

Gli interventi dei vescovi

Secondo il vescovo della diocesi di Chimbote, mons. Ángel Francisco Simón Piorno, il perdono all'ex presidente è una decisione inopportuna che ha "destabilizzato" e sconvolto il Paese, alla viglia della visita di Papa Francesco. Il presule ha esortato inoltre Fujimori a scusarsi in particolare con le famiglie delle vittime di Barrios Altos, La Cantuta e El Santa. Anche secondo il vescovo della diocesi di Chiclayo, mons. Robert Prevost, Fujimori dovrebbe scusarsi ed avviare un cammino di riconciliazione. L'ex presidente ha riconosciuto "in termini generali la propria colpevolezza e alcuni si sono sentiti offesi. Forse da parte sua sarebbe più efficace chiedere personalmente il perdono per alcune grandi ingiustizie commesse e per le quali è stato processato", ha detto mons. Prevost alla stampa locale. Il vescovo ha anche chiesto ai manifestanti di esprimersi pacificamente nelle strade, senza insulti o violenze, in modo da non generare ulteriori divisioni.

(Agenzia Fides)

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28 dicembre 2017, 16:31