Giani sul caso Orlandi: “Dal Vaticano massima volontà di collaborare"
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"Confermo quanto detto, è stato il Vaticano attraverso me come Comandante della Gendarmeria a chiedere di incontrare il procuratore Capaldo per trattare esclusivamente la questione della estumulazione della tomba di De Pedis dalla Basilica di Sant'Apollinare... Da parte del Vaticano c’era la massima volontà di collaborare" affinché la tomba dell’esponente della Banda della Magliana fosse spostata in altro luogo. Questo ha detto Domenico Giani, ex comandante della Gendarmeria vaticana, ascoltato dalla Commissione di inchiesta bicamerale sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Giani ha ribadito che "la Santa Sede non aveva esperito alcuna attività di indagine" sul caso e che all’epoca della scomparsa, avvenuta il 22 giugno 1983, l’attività di indagine fu svolta dagli inquirenti italiani.
A proposito del materiale a disposizione della Santa Sede, Giani ha spiegato che esiste un fascicolo da lui redatto nel 2012 su richiesta del segretario personale di Benedetto XVI, monsignor Georg Gaenswein, e della Segreteria di Stato. Il fascicolo contiene una ricostruzione storica dei fatti e si trova presso l’ufficio del Promotore di Giustizia.
A proposito della tomba di Renato De Pedis a Sant’Apollinare, l’ex comandante ha specificato di essersi solo occupato di estumulare la salma, come richiesto dalla magistratura italiana: "Nell’ambito dell’attività da me svolta credo di aver agito nella massima correttezza e rispetto e anche nel desiderio di collaborare". Giani ha infine affermato di non avere notizie su quanto accaduto ad Emanuela e di aver sempre mantenuto un rapporto di amicizia con la famiglia Orlandi.
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