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2024.08.03 Papale Papale SCIENZA

Ep. 324 - Papale papale - "Scienza"

Francesco,

Oggi vorrei mettere in luce un altro dono dello Spirito Santo, il dono della scienza. Quando si parla di scienza, il pensiero va immediatamente alla capacità dell’uomo di conoscere sempre meglio la realtà che lo circonda e di scoprire le leggi che regolano la natura e l’universo. La scienza che viene dallo Spirito Santo, però, non si limita alla conoscenza umana: è un dono speciale, che ci porta a cogliere, attraverso il creato, la grandezza e l’amore di Dio e la sua relazione profonda con ogni creatura.

Quando i nostri occhi sono illuminati dallo Spirito, si aprono alla contemplazione di Dio, nella bellezza della natura e nella grandiosità del cosmo, e ci portano a scoprire come ogni cosa ci parla di Lui e del suo amore. Tutto questo suscita in noi grande stupore e un profondo senso di gratitudine! È la sensazione che proviamo anche quando ammiriamo un’opera d’arte o qualsiasi meraviglia che sia frutto dell’ingegno e della creatività dell’uomo: di fronte a tutto questo, lo Spirito ci porta a lodare il Signore dal profondo del nostro cuore e a riconoscere, in tutto ciò che abbiamo e siamo, un dono inestimabile di Dio e un segno del suo infinito amore per noi.

Paolo VI,

Il grande panorama dei secoli, la storia, ci si apre davanti. Ha un senso questa vicenda immensa? sì, l’uomo cammina e progredisce; ma è sempre in via di ricerca; e questa, ancor più che una conquista, è un aumento di desideri e di bisogni, è uno spazio più vasto scavato nel cuore dell’uomo, reso più avido e più affamato d’una vita piena e d’una verità sicura. La scienza, lampada dell’universo, denuncia un mistero nella notte circostante, sempre più profonda e più tormentosa; è il mistero del mondo.

Ed ecco che noi, al lume della scienza e della fede, sappiamo il disegno del tempo e della storia; noi abbiamo la chiave che ci apre il senso delle cose e, fra tutte, quelle della nostra vita.

Benedetto XVI,

Lo sviluppo della scienza moderna ha confinato sempre più la fede e la speranza nella sfera privata e individuale, così che oggi appare in modo evidente, e talvolta drammatico, che l’uomo e il mondo hanno bisogno di Dio – del vero Dio! – altrimenti restano privi di speranza. La scienza contribuisce molto al bene dell’umanità, - senza dubbio - ma non è in grado di redimerla. L’uomo viene redento dall’amore, che rende buona e bella la vita personale e sociale. Per questo la grande speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio, dal Dio che è l’amore, che in Gesù ci ha visitati e ci ha donato la vita, e in Lui tornerà alla fine dei tempi. E’ in Cristo che speriamo, è Lui che attendiamo!

Giovanni XXIII,

Ma ciò che è più importante a scorgersi e a ritenersi è che, da parte dell'uomo, la attitudine alla conoscenza della verità rappresenta una responsabilità sacra e ben grave di cooperazione al disegno del Creatore, del Redentore, del Glorificatore. (...) Gesù offrì alla imitazione degli uomini trent'anni di silenzio perchè imparassero a contemplare in lui la verità; e tre anni di incessante e suadente magistero, perchè ne attingessero esempio e direzione di vita.

Basta il Libro Divino a riempirci e ad esaltarci di questa dottrina.

L'unione con Cristo, come egli si proclamò Dominus et Magister, è perciò il trionfo della verità, la scienza delle scienze, la dottrina delle dottrine. 

14 novembre 2024