Ep. 330 - Papale papale - "Religione"
Francesco,
Non possiamo non riconoscere come l’intolleranza verso chi ha convinzioni religiose diverse dalle proprie sia un nemico molto insidioso, che oggi purtroppo si va manifestando in diverse regioni del mondo. Come credenti, dobbiamo essere particolarmente vigilanti affinché la religiosità e l’etica che viviamo con convinzione e che testimoniamo con passione si esprimano sempre in atteggiamenti degni di quel mistero che intendono onorare, rifiutando con decisione come non vere, perché non degne né di Dio né dell’uomo, tutte quelle forme che rappresentano un uso distorto della religione. La religione autentica è fonte di pace e non di violenza! Nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio! Discriminare in nome di Dio è inumano.
Paolo VI,
Vi è ancora posto per la religione cattolica, per la Chiesa, diciamo semplificando e sintetizzando, per la nostra Fede nel mondo moderno, nel mondo teso verso ogni forma di sviluppo umano, là specialmente dove uno sviluppo sia reclamato da bisogni essenziali della vita dei Popoli, e quindi sia reclamato da diritti insoddisfatti, e imposto da quella evoluzione umana che chiamiamo progresso? La distinzione, anzi la separazione, dell’attività temporale da quella religiosa, oggi tanto marcata dalla «secolarizzazione», anzi dal «secolarismo», vigente nella mentalità e nell’attività della società contemporanea, non esclude l’evangelizzazione, cioè la religione, cioè la fede dall’area della vita moderna, affrancata ormai da ogni visuale religiosa?
Come ognuno vede, è questa una posizione problematica di sommo interesse. Considerata in termini assoluti, essa può essere questione di vita o di morte per la religione, per la fede, ed anche per l’umanità; l’ateismo moderno, pratico o teorico che sia, vi ha già dato una risposta negativa, alla quale tanta gente aderisce, e spesso passivamente, a occhi chiusi, quasi che, soffocata la fede nella mentalità delle nuove generazioni, l’uomo goda d’una liberazione non più inceppata da scrupoli religiosi, senza abbastanza riflettere quale sarà il cammino dell’uomo stesso, accecato dalla privazione delle grandi verità orientatrici che la fede gli offriva, o peggio, dalla rinuncia alla propria facoltà visiva sulle massime questioni dell’esistenza sia del mondo, sia della vita umana.
Giovanni XXIII,
Il Nostro cuore è particolarmente vicino a voi, e gode di esprimervi, col prezioso ausilio delle onde radiofoniche, la Nostra viva compiacenza. Ed è naturale che, guardando ai fervidi tributi di amore e di lode resi all'Eucaristia, Noi aggiungiamo l'omaggio della Nostra personale devozione, a conforto della fede comune, ed a suggello della nuova pagina di pietà, che i diletti figli d'Italia hanno esemplarmente scritta nei fasti della loro storia religiosa.
Le vostre preghiere, i vostri canti, i solenni riti ai quali avete assistito, si sono rivolti incessantemente in adorazione del Pane eucaristico, che le lezioni dei valenti Maestri del Congresso hanno presentato ai vostri occhi in tutto il suo vivificante splendore. E volendo riassumere quanto è stato compiuto durante questi giorni, Noi ben possiamo additare nel culto dell'Eucaristia l'espressione più luminosa e completa della religione cattolica.
Benedetto XVI,
L’insegnamento della religione cattolica è parte integrante della storia della scuola in Italia, e l’insegnante di religione costituisce una figura molto importante nel collegio dei docenti. È significativo che con lui tanti ragazzi si tengano in contatto anche dopo i corsi. L’altissimo numero di coloro che scelgono di avvalersi di questa disciplina è inoltre il segno del valore insostituibile che essa riveste nel percorso formativo e un indice degli elevati livelli di qualità che ha raggiunto. In un suo recente messaggio la Presidenza della CEI ha affermato che “l’insegnamento della religione cattolica favorisce la riflessione sul senso profondo dell’esistenza, aiutando a ritrovare, al di là delle singole conoscenze, un senso unitario e un’intuizione globale. Ciò è possibile perché tale insegnamento pone al centro la persona umana e la sua insopprimibile dignità, lasciandosi illuminare dalla vicenda unica di Gesù di Nazaret, di cui si ha cura di investigare l’identità, che non cessa da duemila anni di interrogare gli uomini”.