Ep. 309 - Papale papale - "Egoismo"
Paolo VI,
Niente fatuità, niente egoismo: il pensiero della povera gente, ed ancora essa è moltitudine, non deve essere cancellato dai nostri spiriti; guardiamo nella stampa la documentazione dei paesi ove si muore di sete e di miseria totale, ai paesi dove guerre e guerriglie infieriscono ancora, a quelli del famoso terzo mondo, che non trova forze in se stesso per sollevarsi a livello umano e moderno; e ci sia, se mai, pungente in fondo al cuore la dissipazione inutile e provocatrice del nostro denaro superfluo, che senza troppo sacrificio può essere destinato alla consolazione dell’altrui miseria.
Pio XII,
La dignità dell'uomo è la dignità dell'immagine di Dio, la dignità, dello Stato è la dignità della comunità morale voluta da Dio, la dignità dell'autorità politica la dignità della sua partecipazione all'autorità di Dio.
Nessuna forma di Stato può non tener conto di questa intima e indissolubile connessione; meno di ogni altra la democrazia. Pertanto, se chi ha il pubblico potere non la vede o più o meno la trascura, scuote nelle sue basi la sua propria autorità. Parimente, se egli non terrà abbastanza in conto questa relazione, e non vedrà nella sua carica la missione di attuare l'ordine voluto da Dio, sorgerà il pericolo che l'egoismo del dominio o degli interessi prevalga sulle esigenze essenziali della morale politica e sociale, e che le vane apparenze di una democrazia di pura forma servano spesso come di maschera a quanto vi è in realtà di meno democratico.
Giovanni XXIII,
Ed è ben per questo che la supplicazione di pace, che si leva quest'anno dalla culla di Betlem, vuol essere invocazione di bontà, apprezzamento di vera fraternità, proposito di sincera cooperazione, che rifugga da ogni intrigo, e da quegli elementi dissolvitori, che Noi — lo ripetiamo — chiamiamo per nome senza velo alcuno: orgoglio, ingordigia, insensibilità, egoismo.
L'invito vuol essere tanto più pressante, quanto più la reciproca diffidenza è causa di crescente malessere. Pensate; anche semplicemente lo stato di trepidazione, in cui le anime restano prese, seguendo gli sforzi di ostentata violenza e di inimicizia fomentata, dà origine al generale raffreddamento, e lo estende sempre di più. In tale condizione è naturale pensare alla solenne e grave parola del Cristo: come profezia e come minaccia. Refrigescet rigescet caritas multorum: « per il sovrabbondare dell'iniquità, si raffredderà la carità di molti ». L'uomo non è più all'uomo fratello buono, misericordioso e amabile; ma è diventato un estraneo, calcolatore, sospettoso, egoista.
Giovanni Paolo II,
È vero che viviamo momenti difficili, dove l’odio impera, la vendetta non si fa attendere, l’inimicizia tra le famiglie si perpetua, l’egoismo ha profonde radici: ma l’amore deve trionfare, la croce di Cristo deve elevarsi a segno di un’umanità nuova, premessa di quella “civiltà dell’amore” tanto agognata dal mio venerato predecessore Paolo VI.
Se tutti guardiamo a Gesù che è morto e risorto perché tutti potessimo vivere, che senso ha l’odio tra fratelli? A voi, come vostro amico, affido questo messaggio dal luogo di espiazione e di dolore: fate esperienza di fraternità, di perdono, di amore!
Francesco,
Fratelli e sorelle, noi da che parte vogliamo stare? Preferiamo la strada facile del pensare solo a noi stessi o scegliamo la porta stretta del Vangelo, che mette in crisi i nostri egoismi ma ci rende capaci di accogliere la vita vera che viene da Dio e ci fa felici? Da che parte stiamo? La Madonna, che ha seguito Gesù fino alla croce, ci aiuti a misurare la nostra vita su di Lui, per entrare nella vita piena ed eterna.