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Una città ucraina devastata dalla guerra Una città ucraina devastata dalla guerra  (ANSA)

Il Papa invoca il dono della pace per i popoli martoriati dai conflitti

All'Angelus, al termine della Messa di canonizzazione, Francesco rilancia l'appello per i Paesi in guerra e sottolinea l'importanza della figura di san Giuseppe Allamano nell'attenzione alle popolazioni "fragili e vulnerabili". Infine esorta a contrastare ogni forma di sfruttamento "della loro dignità e dei loro territori"

Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano

"Continuiamo a pregare per le popolazioni che soffrono a causa della guerra – la martoriata Palestina, Israele, Libano, la martoriata Ucraina, Sudan, Myanmar e tutte le altre – e invochiamo per tutti il dono della pace".

Nella recita dell', Papa Francesco rinnova l'appello alla preghiera per i Paesi in guerra e rivolge il suo saluto ai fedeli accorsi per "onorare" i nuovi santi appena canonizzati. In particolare i fedeli maroniti, e i "missionari e le missionarie della Consolata", l'istituzione fondata da san Giuseppe Allamano, rispettivamente nel 1901 e nel 1910. Francesco ricorda la presenza del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, oltre a quella di una "folta" delegazione ugandese accorsa per i 60 anni dalla canonizzazione dei martiri dell'Uganda.


L'appello per la protezione delle popolazioni "fragili"

La figura del nuovo santo originario di Castelnuovo d'Asti "ci ricorda la necessaria attenzione verso le popolazioni più fragili e più vulnerabili", afferma Francesco, facendo riferimento diretto al popolo Yanomami, originario della foresta amazzonica. Tra di loro, ricorda il Papa "è avvenuto proprio il miracolo legato alla canonizzazione odierna".

Faccio appello alle autorità politiche e civili, affinché assicurino la protezione di questi popoli e dei loro diritti fondamentali e contro ogni forma di sfruttamento della loro dignità e dei loro territori.

La missione evangelica di ogni cristiano

Francesco ricorda anche l'odierna Giornata missionaria mondiale, dal tema "Andate e invitate al banchetto tutti", sottolineando la natura "dell'annuncio" come portatore di un "incontro festoso con il Signore che ci ama e che ci vuole partecipi della sua gioia sposale". Come insegnano i nuovi santi, dice Francesco, " è chiamato a prendere parte a questa missione universale con la propria testimonianza evangelica in ogni ambiente".

Sosteniamo, con la nostra preghiera e con il nostro aiuto, tutti i missionari che, spesso con grande sacrificio, portano l’annuncio luminoso del Vangelo in ogni parte della terra.

Terminata la preghiera, il Papa attraversa piazza San Pietro a bordo della Papamobile, salutando i fedeli.

Papa Francesco sulla papamobile al termine della celebrazione
Papa Francesco sulla papamobile al termine della celebrazione

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20 ottobre 2024, 12:45

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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